Quagliarella: "Juve modello
Siamo giovani e italiani"
L'attaccante della Juventus in esclusiva alla Gazzetta: "Segno e mi diverto grazie a Delneri. Siamo il gruppo che dà più giocatori alla Nazionale, una bella soddisfazione. Per lo scudetto metto il Milan al primo posto, la Lazio è una realtà, l'Inter uscirà ma ci siamo anche noi"
VINOVO (Torino), 10 dicembre 2010 - Spesso sottovalutato dalla critica, Fabio Quagliarella è invece fra i giocatori più stimati dai vari allenatori. Ci fu un momento in cui pure Mourinho mise gli occhi sullo scugnizzo di Castellammare di Stabia. Un napoletano che a Napoli c’è stato ben poco in carriera, e anche per questo non batte ciglio di fronte alle prime freddissime mattine di nebbia. "Sole e mare mi mancano, ma non dimenticatevi che sono già stato a Torino (sponda granata, ndr) e poi a Udine". Già, mica Rio de Janeiro.
Fabio Quagliarella, il suo Napoli e la sua Juve viaggiano vicine vicine...
"Sono e resterò sempre tifoso del Napoli, ma del resto abbiamo già parlato a sufficienza. Anche del perché della mia cessione. I primi a non puntare su di me sono stati loro".
Ha l’impressione di essere sottovalutato in generale?
"Dalla critica sì. Senza polemiche, sia chiaro, ovunque andavo c’era però sempre qualcuno più bravo di me. Che poi è vero (ride, ndr), ma in determinati momenti avrei probabilmente meritato maggiore considerazione".
Anche dai tecnici?
"No, questo no. Ho giocato ovunque".
Eppure si dice che la Juve stia cercando un attaccante.
"Non mi crea problemi".
Da attaccante ad attaccante: cosa ne pensa di Milito fuori dalla lista dei candidati al Pallone d’oro Fifa 2010?
"Ridicolo, è uno scandalo. Non solo, è vergognoso che nemmeno Sneijder e Mourinho siano in alto in certe classifiche. Di più non potevano fare l’anno scorso".
Stiamo vedendo il miglior Quagliarella in assoluto?
"Di sicuro, state vedendo il vero Quagliarella".
Cioè?
"Oggi gioco nel mio ruolo, finalmente faccio la seconda punta. Non mi succedeva dai tempi della Sampdoria, quando giocavo dietro a Bazzani o Bonazzoli. Nemmeno in Nazionale ho di fatto potuto dare il meglio, anche se poi sono uno che si adatta, per me gli interessi della squadra vengono prima di tutto. E mi sacrifico pure volentieri, soprattutto quando si vince".
Già otto gol in campionato, batterà il suo record di tredici?
"Posso solo dire che in questo momento sono mentalmente sereno, felice per come vengo utilizzato. Sento la fiducia totale del tecnico, dei compagni e della società, così tutto mi viene più facile".
Quanti meriti ha Delneri?
"La gran parte dei meriti. Il mister è un grande, ci ha conquistati col lavoro. Lo seguiamo ciecamente, anche perché ogni cosa che ci spiega durante la settimana trova riscontri in partita".
Un po’ come lei, Delneri è arrivato alla Juve accompagnato da un po’ di scetticismo...
"Il mister ha fatto la gavetta vera. Quella che non ti fa aver paura di niente".
Agnelli vi chiede un titolo.
"Ha ragione. Siamo alla Juve, qui nessuno può pensare a stagioni di transizione».
Ma questa Juve è pronta a vincere?
"Cresciamo gara dopo gara. Siamo sulla strada giusta, l’importante è non mollare a livello di lavoro. Di certo siamo parecchio più maturi rispetto a qualche mese fa, sappiamo soffrire insieme quando serve e colpire al momento giusto. Ecco, la qualità migliore della Juve è il gruppo, la predisposizione al sacrificio, la grande umiltà. Ciò che serve per andare lontano, perché nel nostro campionato è praticamente impossibile trovare avversarie che si battono da sole".
Avversarie scudetto: il Milan?
"E’ oggi la favorita numero uno. Ibra è fenomenale, a centrocampo corrono come dei pazzi e dietro Nesta è tornato Nesta. Senza dimenticare Abbiati, che sta facendo benissimo".
L’Inter?
"E’ in ritardo solo per colpa degli infortuni. Scommetto adesso che a primavera ce la ritroveremo tutti fra i piedi. La Roma l’anno scorso sembrava spacciata, poi ha sfiorato il titolo...".
E c’è pure la Lazio, la vostra prossima avversaria.
"A questo punto della stagione è ufficiale: è una realtà, è in corsa per lo scudetto".
Campionato avvincente, ma in Europa che figuracce...
"Capitano certi periodi, anche se un po’ di colpe il nostro sistema le ha. Qui si preferisce l’usato sicuro ai giovani. Anzi, ai ragazzi non è permesso di sbagliare nemmeno una volta ed è solo sbagliando che si cresce. In questo senso sono orgoglioso di essere alla Juve. C’è un progetto serio, si punta sugli italiani e sul vivaio. Sorensen e Camilleri fanno sul serio parte della prima squadra, e il gruppo Juve è il più numeroso in Nazionale. Oggi, la nostra società è un esempio da seguire per tutto il calcio italiano".
A proposito di Nazionale, cosa ne pensa degli oriundi?
"Ben vengano se sono grandi giocatori e meritano la maglia azzurra. Ormai tutte le nazionali del mondo sono piene di oriundi. E francamente non ci vedo niente di male. Guardando in casa nostra, non vedo perché non debbano rappresentare l’Italia soprattutto quei ragazzi che hanno sangue italiano nelle vene. Molti sono figli o nipoti dei nostri connazionali partiti tanti anni fa in cerca di un lavoro per sopravvivere. Sono italiani e basta. Ha ragione Prandelli".
http://www.gazzetta.it/Calcio/SerieA/Juven...103303621.shtml