Sulle colonne de "Il Giornale", Domenico Latagliata ha giudicato la prova dei bianconeri al Celtic Park di Glasgow.
BUFFON
Attento e impegnato fin da subito, pur senza essere costretto a miracoli: regala sicurezza, senza tremare mai.
6,5 BARZAGLI
Meno appariscente del solito, non sbaglia comunque quasi nulla.
6 BONUCCI
Registra la difesa strada facendo, dopo avere inizialmente patito i tagli di Commons.
6,5 CACERES
Ringhia appena può, senza eccedere con falli inutili né in merletti pericolosi.
6 LICHTSTEINER
La Juve passa subito in vantaggio e, non essendo costretta a fare la partita, non gli chiede straordinari in fase di spinta: sui calci piazzati è la sentinella del temuto Hooper, con cui litiga volentieri.
6 VIDAL
Taglia e cuce, come da curriculum: il clima gli piace e non fa nulla per nasconderlo. Attento nel non lasciare la squadra scoperta
6 PIRLO
Brown lo fa innervosire e lui, per risposta, manda quasi in porta Vucinic: solita guida sicura, anche se con meno continuità rispetto ad altre prestazioni.
6,5 MARCHISIO
Tanto per non sbagliare, si rivela bello sveglio sul tap in del gol-non gol di Matri. Poi tiene la posizione e mette in ghiaccio il passaggio del turno.
6,5 PELUSO
All'esordio in Champions e per di più dopo non avere fatto faville in campionato: avrebbe potuto spaventarsi, invece dà il via all'azione del vantaggio e prende fiducia, sfornando anche un assist per Vucinic poco prima di abbandonare per crampi (25' st Padoin 6: altro esordiente, ci mette gamba e grinta).
7 MATRI
“Cenerentolo” cerca la sua prima rete europea e la trova, pur senza vedere gonfiare la rete: sesto gol nelle ultime otto presenze, l'assist da applausi per il raddoppio e il morale ritrovato, con tanti saluti a Giovinco e Anelka (35' st Pogba sv).
7 VUCINIC
Gioca con il ginocchio incerottato e magari non è del tutto sereno, visto che tocca meno palloni del solito e soprattutto li smista il prima possibile. Importante comunque, sfiora anche il 2-0 (41'st Anelka sv).
6,5 All. CONTE
Da allenatore squalificato non aveva mai perso: all'esordio europeo in panchina si gode un quasi gollonzo che gli spalanca le porte verso le Magnifiche Otto.
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