| Nella puntata di stasera di "Permette Signora", la rubrica dedicata alla Juventus in onda su Sky Sport 1 (e in replica a mezzanotte) andrà in onda un'intervista esclusiva al centrocampista bianconero, Claudio Marchisio.
E' stato uno dei migliori in campo nel match di Champions League che la Juventus ha disputato martedì scorso a San Pietroburgo contro lo Zenit; Claudio Marchisio si sta dimostrando una pedina su cui Ranieri può contare ad occhi chiusi ogni volta che vorrà schierarlo in campo. Il centrocampista bianconero si è raccontato ai microfoni di Sky Sport, in un'intervista esclusiva per il programma "Permette Signora".
Sul match contro lo Zenit di San Pietroburgo... "Da San Pietroburgo ci siamo portati indietro non solo il freddo, ma anche un gran risultato. Siamo tornati a giocare come prima della sconfitta contro l'Inter, quando avevamo messo in fila quelle sette vittorie, giocando con grande carattere e anche col bel gioco. Con l'Inter non c'era questa voglia di vincere. A San Pietroburgo abbiamo fatto una gran partita per 90 minuti. Siamo stati capaci di soffrire ma anche di creare. Abbiamo rischiato un po', ma abbiamo avuto le nostre occasioni e portato a casa un buon pareggio".
Sui complimenti dopo la partita... "Sicuramente fanno piacere. Devo prenderli come una pacca sulla spalla, nel senso che sto facendo bene ma bisogna continuare così perché c'è ancora tanta strada, per arrivare al mio obiettivo, che è quello di ottenere una conferma per la fine dell'anno e rimanere qui alla Juventus per tutta la mia carriera".
Sul primo posto nel girone di Champions... "Non è che quando sono usciti i gironi di Champions pensavamo di arrivare primi, il nostro obiettivo era quello di passare il turno. Sapevamo di avere le partite col Real. Dopo la partita col Real a Torino la nostra convinzione è cresciuta molto. Battere una grande squadra come il Real ti dà quell'iniezione di fiducia in più, per poter puntare al primo posto. Ed è quello che abbiamo fatto noi. I miei compagni poi hanno fatto una partita stupenda al Bernabeu".
Quali sono le tue caratteristiche? "Penso di cavarmela sia in fase offensiva che difensiva. Nel settore giovanile giocavo come mezzapunta e quindi mi ricordo cosa devo fare in fase offensiva, però col passare del tempo mi sono spostato più indietro, soprattutto l'anno scorso, a Empoli, Cagni mi diceva che dovevo migliorare in fase difensiva, quindi negli ultimi due anni ho pensato soprattutto a quella".
Il ricordo del tuo esordio... "Era una delle prime partite in cui mi aveva convocato mister Deschamps. Durante il riscaldamento ero un po' agitato. Poi quando ci fu la sostituzione con Trezeguet ero tranquillo. Mi ricordo anche che giocavo con Paro, che è un mio grandissimo amico. Fu un momento bellissimo".
La tua affermazione nella partita contro il Napoli, al San Paolo... "Poco dopo arrivò la partita contro il Napoli, è un ricordo che porterò sempre dentro di me, perchè è finita in pareggio ma è stata una grande partita. Soprattutto il giorno dopo, leggendo i giornali, si sentiva un altro ambiente, altre voci, altre opinioni su di me. Qualcosa era cambiato".
Cos'hai provato durante la sfida contro il Real Madrid? "Tante emozioni, soprattutto con la Champions, ma provo sempre a dimenticare tutto a fine partita. Non devo pensare al passato, ma restare sempre concentrato visto che si gioca ogni tre giorni, e ho sempre tutto da dimostrare".
Sulla sconfitta contro l'Inter... "Non solo perché sono di Torino, juventino da sempre, o perché era l'Inter, ma questa sconfitta brucia perché non ci sto mai a perdere. So con che maglia sto giocando, cosa significa per i tifosi e la società. E' stata una sconfitta che ci ha fatto riflettere. Abbiamo subito migliorato la nostra prestazione a San Pietroburgo".
Ranieri ti sta dando le occasioni per metterti in mostra... "Ho imparato dalla mia esperienza che ogni anno il calcio ti regala sorprese. In B ero un giocatore della Primavera e poi grazie a qualche infortunio e dimostrando il mio valore in campo ho fatto 26 presenze, sono riuscito a giocare. Quest'anno sui giornali si leggeva a inizio anno che Tiago doveva andare via e non doveva giocare. Ma noi lo conoscevamo. E conoscevamo le sue qualità. Sapevamo che per lui l'anno scorso era stata solo una stagione storta. Penso che ognuno debba aspettare il proprio momento".
Hai grande personalità: non hai mai avuto paura? "Da piccolo avevo paura dei giocatori grossi, dello scontro fisico. Adesso, che ho ancora meno chili di molti altri giocatori, non ho questa paura, anzi cerco di sopperire andando più cattivo nei contrasti. E comunque, dopo lo scontro con Sissoko, non dovrei avere più paura di niente, per fortuna ce l'ho come compagno".
Pensi che nel calcio italiano i giovani siano sottovalutati? "Dipende dalle società. Noi della Juventus, con Calciopoli, abbiamo avuto una spinta in più per uscire. Al Milan e all'Inter non è che non si fidino dei ragazzi, ma si punta su chi è già pronto, per avere i risultati subito in Champions e in campionato. Nelle squadre minori invece si punta sui giovani. La cosa importante è aspettare il tuo momento e quando vai in campo dimostrare il tuo valore".
Il matrimonio e il rendimento in campo... "Il giorno del matrimonio, l'8 giugno scorso, è stato un giorno bellissimo. Ma io e Roberta convivevamo già da due anni. Questa vita, abitare insieme, cambia tutto, stai bene e ti dà più tranquillità e serenità".
Su Giovinco... "Ci sfottiamo anche a vicenda. Stiamo sempre insieme. Io e Sebastian siamo legati da una grande amicizia. Deve stare tranquillo, può non giocare tanto adesso, ma le occasioni ci saranno per tutti. Il mister conosce il valore di Sebastian. Sa che giocatore è, che carattere ha. Al momento giusto lo metterà in campo e lui farà vedere ciò di cui è capace. Sebastian è un giocatore unico. In base alla sua altezza e capacità, forse non si adatta al 4-4-2 classico, ma il mister sa gestire bene queste cose, sa come tirare fuori il meglio dai giocatori. Adesso stiamo giocando benissimo. Lui deve stare tranquillo e aspettare la sua occasione. Arriverà. Giovinco, più che vice, deve essere il jolly di Del Piero e Nedved. Lui, come me, deve mettere tanto fieno in cascina. Dobbiamo giocare il più possibile in qualsiasi ruolo e imparare il massimo".
Su Schweinsteiger... "La rosa è competitiva. Lo dimostra il campionato e anche la champions, dove siamo primi nel girone, nessuno se lo aspettava. Parlare di rinforzi già a gennaio? Io ho molta fiducia nei miei compagni e non penso che ci sia bisogno di qualcuno a gennaio".
Cos'è per te la Juventus? "Per me la Juventus è una seconda famiglia. Sono arrivato qui a 7 anni. Questa maglia è la mia seconda pelle. Conosco tutti, per me è come stare in famiglia".
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