Ma occhio anche a Pizarro
TORINO - Se per ciò che riguarda l’attacco è questione ormai di ore (e c’è una firma che verrà verosimilmente scritta con imminenza in calce ad un contratto), per ciò che riguarda il centrocampo la fase è ancora del “lavori in corso”. Vuoi perché le priorità della Juventus sono altre, vuoi perché vi sono diverse situazioni - tutte collegate tra loro - da sviscerare: disponibilità all’addio da Torino di qualcuno, disponibilità a trattare il trasferimento in bianconero di qualcun’altro e via così... Fermo restando, però, che tra i vari nomi presi in considerazione dai vertici bianconeri per rinforzare la linea di mediana, spicca quello di Zdravko Kuzmanovic . In buona compagnia di Riccardo Montolivo e David Pizarro .
IL JOLLY Il 24enne dello Stoccarda, che ha già avuto modo di mettersi in mostra e assaggiare la serie A (dal 2007 al 2009, con la maglia della Fiorentina), piace per la giovane età, per le qualità per la duttilità tattica che gli consente di giocare sia come centrale sia come interno destro di una linea a 3. Insomma, sarebbe perfetto per la Juventus (ri)disegnata da Antonio Conte , potendo giostrare sia in luogo di Pirlo sia dei suoi due scudieri. Il fatto, poi, che i rapporti tra il club di corso Galileo Ferraris e quello tedesco siano ottimi e consolidati negli anni (prova ne siano i trasferimenti di Molinaro e Camoranesi ) non fa che rendere le cose ancor più semplici. Per non dimenticare, poi, il desiderio del nazionale serbo (ma con passaporto anche Svizzero, quindi equiparato comunitario) di iniziare una nuova avventura in un top club, come ha specificato lui stesso recentemente: «Io alla Juventus? Sicuramente sarebbe un sogno. Chi non vorrebbe giocare in un grande club e ricco di fascino come quello bianconero. Ho detto più volte che voglio tornare a giocare in Italia e farlo con la maglia bianconera addosso sarebbe il massimo». Già, appunto: concetto sul quale l’amministratore delegato Giuseppe Marotta ed i suoi collaboratori sono ben lieti di far leva... Per questioni economiche e di bilancio, però, a Torino preferirebbero ragionare su una operazione “in stile Borriello”: vale a dire un prestito, oneroso, con diritto di riscatto da esercitare eventualmente a fine stagione. Lo Stoccarda resta da persuadere, in tal senso, ma il pressing è in aumento e le possibilità di dare buon esito alle trattative non mancano.
Krasic non sarà svenduto. Per Milos idea Fenerbahce
TORINO - La triste ballata di Milos Krasic . Anche in Serbia, il suo Paese, sta diventando un caso. Tutto l’ambiente pallonaro a interrogarsi perché il Biondo inarrestabile - fino a un anno e mezzo fa - adesso fatichi a trovare spazio in... panchina, nella Juve. Quale sarà il futuro del giocatore simbolo delle Aquile?
SITUAZIONE INCERTA - In bianconero, il presidente Andrea Agnelli vorrebbe rilanciarlo, quasi come fosse un nuovo acquisto di gennaio. Ma i dubbi e la sua involuzione sono evidenti e in sede - anche qui - ci si interroga su quale sia la scelta migliore. Tecnicamente parlando, non rientra più nella squadra quadrata e garantista che comanda il campionato. E allora si vagliano le possibilità che offre il mercato, partendo dal presupposto che non lo si può svendere, visti i 15 milioni pagati al Cska nell’estate 2010. Del Chelsea si sa da qualche settimana: Milos piace tanto ad André Villas Boas che deve - tra gli altri - sostituire Nicolas Anelka (finito in Cina) e Florent Malouda (destinazione Psg). Ma, per l’appunto, il destino del tecnico portoghese è appeso ai risultati, fin qui non troppo positivi per quelle che sono le ambizioni di patron Roman Abramovich . C’è la qualificazione alle sfide dirette di Champions League, ma c’è pure la disfatta in Premier League. I Blues lo chiederebbero in prestito, un modo comunque per rilanciarlo e rivalutarlo.
SUL BOSFORO - Si prova a vedere cosa offre il panorama nel suo insieme. Dalla Turchia, secondo i media di Belgrado, si sta facendo vivo il Fenerbahçe, adesso timidamente ma chissà nei prossimi giorni... D’altronde, il club ha grandi progetti e vuole contrastare in ogni modo il cammino dei nemici del Galatasaray in campionato (37 punti per la squadra di Felipe Melo , 35 per il Fenerbahçe). In Russia avrebbe ancora estimatori, ma lì Milos non vorrebbe tornare. Meglio l’Inghilterra - i due Manchester e l’Arsenal stuzzicano sempre - o la Germania.
PERSONA A TERRA - In tutta la vicenda, fattore non secondario, si inserisce poi la crisi dell’uomo Krasic. E nell’analisi a trecentosessanta gradi, ecco il fallimento alle porte, là dove il talento non è supportato dal carattere. L’analisi è di Aleksandar Stojanovic , della televisione serba, che bene conosce il ventisettenne natio del Kosovo. Un Natale fa, infatti, sotto l’albero solo complimenti per la rivelazione della serie A. Ora, solo bocciature, tribune, panchine e- da ultimo - una gara in Coppa Italia non sfruttata per rinascere. Milos ha patito i cambiamenti: nuovo allenatore, nuova stagione, nuovi compagni. La prima accusa, poi, è stata quella di non parlare italiano. Questo, anche ad Antonio Conte non è andato giù. D’altronde, uno come Darko Kovacevic si esprimeva bene dopo tre mesi... Problema irrisolto, anche perché Milos non conosce neppure l’inglese, per mediare. Prima, si affidava ad Hasan Salihamidzic e Zdenek Grygera (il ceco parla il russo). Ma Conte ha vietato a Mirko Vucinic di parlare in serbo. In campo, l’incomprensione è totale.