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Tempo di pianti e rimpianti a Milanello. Quelli di Gattuso (frenati dal suo inossidabile orgoglio calabro) e di Van Bommel (l’olandese si è congedato singhiozzando davanti alle telecamere di Milan Channel) hanno emozionato anche il combattivo e determinato Allegri che oggi a Milanello ha regalato un’ultima battuta all’«antipatica» Juventus. «Dello staff sono ultra contento. Potevamo prendercela con i campi di Milanello... (così come fece la Juve per due anni di fila per giustificare altrettanti settimi posti; ndi)» ha ironizzato cercando di difendere (ma il suo destino è già segnato) il capo dei preparatori atetici Daniele Tognaccini che martedì incontrerà Galliani per congedarsi dal Milan dopo 14 anni di onorato servizio. Sarà lui il capro espiatorio della stagione funesta dopo che sfortuna e infortuni hanno martoriato gli ex-campioni d’Italia. Al suo posto verrà promosso Simone Folletti che nell’estate 2010 ha seguito Allegri dal Cagliari al Milan. CENA - Quella di venerdì sera a Villa San Martino, con Berlusconi a fare gli onori di casa a Galliani e al tecnico, ha portato buone nuove in vista del mercato estivo. Allegri ha annunciato ufficialmente l’ingaggio di Montolivo («Il prossimo Milan ripartirà da lui, si tratta di un ottimo giocatore» ha puntualizzato il tecnico) ma si è congedato dal suo presidente («L’ho trovato come al solito in ottima forma») con una certezza. Dismissioni (a 7 milanisti in scadenza di contratto non è stato rinnovato l’accordo) e risparmi a vario titolo (Aquilani e Maxi Lopez rischiano di non essere riscattati) potrebbero consentire al club di via Turati di ritentare l’assalto a Tevez. Galliani l’ha promesso questo pomeriggio ai numerosi tifosi presenti a Milanello per salutare i milanisti in partenza. Primo fra tutti Inzaghi che domani godrà della vista di una speciale coreografia a lui dedicata. ADDII - Struggenti, come detto, quelli di Gattuso e Van Bommel. Ringhio è stato chiaro e spietato, anche con se stesso: «E’ comparsa la scritta “game over", è finito un sogno durato 13 anni e vedendo Nesta salutare tutti, ho avuto la certezza che fosse la mossa giusta. Non perchè mi mancasse il posto garantito, non ho mai avuto bisogno di questa certezza. Finchè ero malato ci poteva stare, poi no... Ero diventato un gagliardetto: mancava solo che mi mettessero in mano al capitano della squadra avversaria per essere portato via!». Incredibile Van Bommel. L’olandese è rimasto al Milan solo per un anno e mezzo, ma ha dato l’annuncio del suo addio piangendo come un bimbo: «Non è facile lasciare questo grande gruppo. Vado al Psv. Comunque è un arrivederci, magari tornerò come allenatore». |
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