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[VIDEO] I Campioni d'Italia

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MiSsBlackWhitE
view post Posted on 26/5/2012, 09:24     +1   -1




Campioni d’Italia: Gigi Buffon

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568 minuti di imbattibilità, dal gol di Di Vaio Bologna a quello subito da Mauri, nella gara contro la Lazio allo Juventus Stadium. In mezzo più di un mese e sei partite intere. Basterebbe questo dato per dipingere la straordinaria stagione di Gigi Buffon, ma sarebbe ingeneroso ridurre un fenomeno a una statistica.

E Gigi, che fenomeno è sempre stato, quest’anno è tornato a dimostrarlo. Con interventi superbi, risolutivi, che sarebbero stati fantascienza per qualsiasi altro portiere. Non per lui. Non per il più forte del mondo. Gigi, tra tutte le parate della stagione, sceglierebbe probabilmente quella su Boateng, nella gara di andata di campionato contro il Milan. L’ha ribadito più volte: solo chi ci capisce può apprezzarne la difficoltà. Bisogna fidarsi, ma non è semplice, perché di prodezze ne ha compiute tante altre durante le 35 partite e i 3.329 minuti giocati e individuare quella più complessa è tutt’altro che semplice. Basti dire che ha subito solo 16 gol, e non ha mai preso un giallo né un rosso. Il resto è accademia...

Al di là dei numeri tra i pali però, c’è un dato che più di ogni altro merita di essere sottolineato: il 76,9% di passaggi riusciti. A dimostrazione del fatto che, oltre ad essere un marziano quando vola da un palo all’altro, Gigi ci sa fare parecchio anche con i piedi e non è un caso che nel gioco di Conte sia spesso chiamato in causa. E quell’errore contro il Lecce, a ben vedere, è solo una testimonianza del fatto che anche lui è un essere umano. Forse...

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Campioni d'Italia: Simone Pepe

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29 novembre 2011, 83’ di Napoli-Juventus. I bianconeri sono sotto di un gol e stanno cercando con rabbia una rimonta che saprebbe d’impresa, dopo essere stati per due volte in svantaggio di due reti.

A sette minuti dalla fine, Pepe parte palla al piede, centralmente. Fa fuori due avversari, cerca un assist sulla sinistra, ma il pallone viene ribattuto e gli ritorna sul piede. E’ un “auto-assist” perfetto, così come il destro piazzato nell’angolino basso. La rimonta è completata e Simone Pepe ha appena sintetizzato in una sola azione tutte le sue qualità di giocatore: uno che non molla, mai. Che a perdere non ci sta, perché ha fame, perché è cocciuto e perché quello che ha ottenuto in carriera se l’è sempre guadagnato lottando.

Questo è il carattere, ma i piedi non sono da meno. In quell’azione c’è la capacità di saltare l’uomo, la visione di gioco nel cercare l’assist al compagno, la precisione della stoccata... e anche un po’ di buona sorte, che non guasta mai.

Quello del San Paolo non è stato il gol più bello dei sei siglati quest’anno da Simone, basti pensare alla rovesciata contro la Lazio, ma probabilmente è il più significativo. E’ l’emblema di un giocatore generoso, che sa segnare e far segnare e i suoi quattro assist e i 27 cross utili su azione lo dimostrano. Un centrocampista che sa reinventarsi punta o terzino, che non tira indietro la gamba e che molla solo quando arriva il fischio finale. 33 presenze e 2383 minuti giocati in campionato: sì, in questo scudetto c’è davvero tanto Pepe!

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Campioni d’Italia: Marco Borriello

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Per quantificare il peso specifico dei due gol segnati da Marco Borriello servirebbe una bilancia industriale, che partisse minimo da una tonnellata. Perché se il secondo ha chiuso una partita rognosa come quella di Novara, il primo, segnato a dieci minuti dalla fine della sfida di Cesena, vale davvero mezzo scudetto.

Non poteva esserci epilogo migliore per il campionato dell’attaccante di Napoli, arrivato durante il mercato di gennaio e particolarmente apprezzato da Conte l’umiltà con la quale si è messo a disposizione della squadra, ma anche per le doti tecniche, come la capacità di tenere palla, di far salire la squadra e di rappresentare un punto di riferimento in avanti per i compagni.

13 presenze, 617 minuti giocati e, oltre alle due reti, un assist da fuoriclasse, di tacco,, per permettere a Luca Marrone di sbloccare il risultato di Juventus-Atalanta. Il modo migliore per aprire le danze nel giorno della festa scudetto.

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Campioni d’Italia: Giorgio Chiellini

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Prima centrale nella linea a quattro, poi il ritorno sulla fascia, quindi di nuovo in mezzo ma nella difesa a tre. Dove lo metti, sta, verrebbe da dire. E ci sta pure a suo agio. Giorgio Chiellini, in questa superba stagione, ha dimostrato ancora una volta la capacità di adattarsi a più ruoli, senza mai perdere le doti che ne hanno fatto uno dei più rocciosi difensori al mondo.

Non solo, i sette cartellini gialli sono la prova che ha anche limitato l’irruenza dei suoi interventi, senza che l’efficacia avesse a risentirne. Una sola giornata di squalifica, per un marcatore arcigno come Giorgio, vale quanto dieci gol per un attaccante. Anche perché, a uno come lui, è difficile rinunciare. E Conte infatti ne fa uno dei perni di una difesa imperforabile, sfruttandolo sapientemente anche in avanti, sui calci piazzati. I due gol hanno il marchio di fabbrica del colpo di testa, sia quello contro la Roma che quello contro il Catania e l’assist per Pepe in Juventus-Palermo è un piccolo capolavoro ed è la dimostrazione che Chiello non è solo un difensore rude, ma soprattutto una presenza costante nel gioco dei bianconeri: prova ne siano i 2681 palloni giocati e le 675 giocate utili, secondo in queste due voci solo all’immenso Pirlo, i 2004 passaggi riusciti, i 26 filtranti utili...

Ma è quando si tratta di fermare gli avversari che, com’è naturale, Giorgio dà il meglio di sé. Lo fa usando il fisico, ma soprattutto il cervello, giocando spesso di anticipo e non sbagliando praticamente nulla. 828 palloni recuperati, 484 volte arrivando prima sul pallone: un leader assoluto, ruolo ribadito nelle 34 presenze e nei 3.197 minuti passati a lottare in campo contro tutto e contro tutti, come un gladiatore d’altri tempi.

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MiSsBlackWhitE
view post Posted on 31/5/2012, 14:53     +1   -1




Campioni d’Italia: Alessandro Matri

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E’ il bomber della squadra, con 10 centri e anche se a livello numerico non è stata la sua stagione più prolifica, quanto a crescita individuale, Alessandro Matri ha compiuto dei passi da gigante, grazie alla cura Conte.

Abituato a cercare la profondità si è dovuto reinventare spesso “uomo sponda”, per far salire i compagni e facilitare gli inserimenti dei centrocampisti. E il compito è stato assolto alla grande, visto che dal suo piede sono partiti 5 assist vincenti, che sommati alle 10 reti portano a 15 il totale dei gol in cui ha messo lo zampino.

Cifre di tutto rispetto, cui va aggiunta quella relativa ai tiri nello specchio della porta, 30, quarto bianconero in graduatoria. Un dato che testimonia il fatto che Alessandro sia sempre e comunque una spina nel fianco delle difese avversarie, che mai si sono potute distrarre durante le 31 presenze e i 2009 minuti in cui è stato in campo. Quando l’hanno fatto, l’hanno pagata cara...

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Campioni d’Italia: Leonardo Bonucci

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La prova vivente che, prima di sparare giudizi affrettati conviene riflettere e osservare bene. Leonardo Bonucci ha giocato una stagione in crescendo e l’ha terminata da pedina inamovibile della difesa meno battuta del campionato.

E’ stato il regista arretrato che voleva Conte, ha imparato a limitare i colpi ad effetto a beneficio di una spietata concretezza, ha anche segnato gol pesanti, ha chiuso, anticipato, contrastato. Insomma ha dimostrato di essere un campione. E i dati parlano per lui: 553 giocate utili, 545 palle recuperate, 340 palloni intercettati...

E poi le due reti, contro Fiorentina e Palermo e l’assist per Vucinic nella partita contro il Cagliari che ha regalato lo scudetto alla Juve... Tutte giocate determinanti, che solo un giocatore che sa assumersi delle responsabilità può mettere a segno. E Leonardo , che ha carattere e personalità da vendere, quando c’è da metterci la faccia, o la maschera, visto che ha anche sacrificato il naso alla causa, c’è sempre.

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MiSsBlackWhitE
view post Posted on 6/6/2012, 18:43     +1   -1




Campioni d’Italia: Paolo De Ceglie

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Quando gli chiedevano se la Juve avesse necessità di un rinforzo sulla fascia sinistra, Conte rispondeva sicuro: «Non ci serve, abbiamo De Ceglie». Aveva ragione da vendere, perché il talento di Paolo, per esplodere, aveva bisogno solo di due ingredienti: di fiducia e di un po’ di buona sorte, che lo lasciasse al riparo dagli infortuni traumatici degli scorsi anni.

Quest’anno ha trovato entrambe le cose, i risultati si sono visti e senza i malanni muscolari che lo hanno fermato nella prima e nell’ultima parte del campionato, il suo apporto sarebbe stato ancor più consistente rispetto alle 23 presenze. Presenze nelle quali il difensore valdostano ha comunque dimostrato quanto preziosa sia la sua presenza.

Tra tutti i bianconeri infatti, forse Paolo è quello che è cresciuto di più, perché se in avanti è sempre stato stato capace di abbinare le doti fisiche che madre natura gli ha concesso alla qualità delle giocate, in fase difensiva ha compiuto dei passi da gigante. Superarlo, ci si provi in velocità o nell’uno contro uno, ora è impresa improba. E quando riparte, ecco che sa mettere a segno la bellezza di 22 cross su azione utili. 1678 minuti giocati, un gol e un assist sono il suo bottino personale e la splendida sensazione è che si sia solo all’inizio...

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Campioni d’Italia: Andrea Pirlo

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E’ l’uomo che, sul campo, ha cambiato la Juve. Che l’ha presa per mano e la riportata al suo posto, davanti a tutti. E’ uno dei migliori colpi del mercato della storia, perché un giocatore come Andrea Pirlo, a parametro zero, vale quanto un sei al Superenalotto. E dire che quando è arrivato in bianconero, più di una voce si diceva perplessa. Non sulle sue qualità, sarebbe da folli, ma sulla sua tenuta, visto che aveva dovuto saltare buona parte delle gare nella sua ultima stagione al Milan, per problemi fisici. Bene, sapete chi è il giocatore con più presenze e con maggior minutaggio tra i bianconeri? Andrea Pirlo: 37 presenze e 3.501 minuti, solo in campionato, cifre che salgono a 41 e 3.917 se si considera anche la Coppa Italia.

Il bello è che tanto in tanto stacanovismo non è mai venuta meno la sua classe purissima e se si leggono le statistiche che indicano la qualità del gioco, Andrea è il leader incontrastato: 3.560 palle giocate, una media di 91,5 a partita, 2.674 passaggi riusciti, 1.140 giocate utili, 83 filtranti utili, 31 tiri nello specchio della porta, 54 dribbling riusciti. E poi gli assist! 12 volte ha mandato in rete i compagni e tre volte ha fatto centro personalmente: 15 gol bianconeri nascono dal genio di Brescia, che, per non farsi mancare nulla è anche il bianconero che ha subito più falli, 61, è il quinto giocatore della rosa ad aver recuperato più palloni, 467, e il quarto ad aver intercettato le giocate avversarie, compito assolto 296 volte.

Insomma, che si tratti di giocate sopraffine o di lavoro sporco, Pirlo c’è sempre. Come possa essere tanto determinante è presto detto. Intanto madre natura lo ha dotato di un piede raffinatissimo e di una velocità di pensiero supersonica. E poi Andrea ci mette del suo: guardate quando la palla è lontana, quante volte si guarda intorno, per studiare il piazzamento dei compagni e degli avversari. Il collo è in eterno movimento. Ecco allora che, quando il pallone arriva, sa già in anticipo la giocata da effettuare. E se per caso un avversario la intuisce, sa improvvisare come pochi. Una dote del genere però non la si costruisce, la si ha innata. Insomma, non si diventa Andrea Pirlo. Si nasce così.

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Campioni d’Italia: Marco Storari

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Protagonista assoluto in Coppa Italia, in campionato ha fatto la sua parte, sostituendo Buffon in tre occasioni, contro Genoa, Fiorentina e nella passerella scudetto contro l’Atalanta.

In tutto 286 minuti, durante i quali ha dato come sempre sicurezza al reparto e regalato prodezze che nessun altro secondo portiere al mondo sarebbe in grado di compiere.

Marco sarebbe titolare in quasi ogni squadra d’Europa, ma in bianconero ha davanti il più grande di tutti e ha accettato di “guardargli le spalle”, con l’umiltà di un ragazzino. Invece è un veterano, che ha una carriera importante e un curriculum da giramondo. Alla Juve però ha trovato casa e, soprattutto, il suo primo scudetto.

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Campioni d’Italia: Marcelo Estigarribia

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Il carattere di Marcelo Estigarribia si può riassumere in una frase: non ci sta a perdere. E’ arrivato nel posto giusto allora, ma va detto che “El Celo” ha contribuito in maniera significativa all’imbattibilità bianconera.

Intanto con il gol siglato a Napoli, nella partita forse più complicata dell’intera stagione. Un gol vitale, perché, dopo il 3-1 dei partenopei, qualunque squadra si sarebbe potuta scoraggiare. Marcelo invece ha ridato linfa alle speranze di rimonta e probabilmente in quel momento è nata la leggenda degli “Invincibili”.

E poi Roma, all’Olimpico. Altra partita con la Juve in svantaggio e ancora Estigarribia a metterci lo zampino. Dal suo piede parte il traversone che finisce sulla testa di Chiellini per il gol del pareggio.

Due giocate che valgono anche più dei punti ottenuti e che rendono merito alla caparbietà di Marcelo, che chiude il campionato con 14 presenze, 757 minuti e uno scudetto messo in tasca, senza perdere una partita.

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2 replies since 26/5/2012, 09:12   194 views
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