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Conte: «Una vicenda assurda»

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^debby89^
view post Posted on 23/8/2012, 20:11     +1   -1




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La Juventus ricorrerà al Tnas contro la squalifiche inflitte ad Antonio Conte e Angelo Alessio dalla Corte di Giustizia Federale, richiedendo la sospensiva della pena e la procedura d’urgenza. Lo hanno confermato gli avvocati Chiappero, Bongiorno e De Rensis durante la conferenza stampa tenuta al Media Center di Vinovo.

Una mossa che riguarda il futuro, che è ancora tutto da scrivere. Ma è ai mesi passati, alle confessioni dei presunti pentiti, alle inchieste, ai processi ormai conclusi che Conte, il suo vice e i loro legali hanno dedicato la loro attenzione. Chiedendone altrettanta all’auditorio. Perché quanto è accaduto al tecnico bianconero, specie dopo l’ultima sentenza, deve essere ricordato, analizzato e approfondito. E’ proprio Conte a prendere la parola per primo, dopo «mesi di silenzio, in cui sono stato sbattuto sulle prime pagine di tutti i giornali, con il mio nome accostato al calcioscommesse. Io, che non ho mai scommesso in vita mia». Il tono è accorato, ma fermo, deciso. Conte sa nel profondo di essere innocente e non si capacita di come la parola di un professionista del suo calibro possa essere ritenuta meno credibile di quella di Filippo Carobbio: «Pippo, in realtà - continua il tecnico - perché ormai è diventato “pappa e ciccia” con la Procura Federale. Da sette mesi si parla di una riunione tecnica prima di Novara-Siena, in cui avrei rassicurato i miei giocatori riguardo al pareggio. Ma una riunione tecnica è sacra. Si parla di tecnica, di tattica, vediamo filmati e io mi rivolgo alla squadra con un discorso motivazionale, per alzare o abbassare la tensione a seconda dei casi. E dopotutto questo cos’avrei detto? “Ragazzi, tranquilli, è tutto a posto, pareggiamo”. Mi sarei reso ridicolo di fronte a loro, alle loro famiglie, ai loro procuratori? Questa è stata l’accusa infamante portata avanti per mesi».

«Per questa sono stato prosciolto, ma ne é spuntata un’altra - continua Conte - Albinoleffe-Siena, per la quale “non avrei potuto non sapere”. Ho chiesto agli avvocati di spiegarmi cosa significa questa frase e ancora non l’ho capito. E’ caduta un’omessa denuncia eppure sono stati confermati dieci mesi di squalifica. Tutto questo è assurdo!».

Così com’è assurdo che Angelo Alessio, condannato a sei mesi dopo il secondo grado non sia mai stato nemmeno interrogato: «Mi sono sempre comportato con rispetto e educazione - sottolinea pacatamente l’allenatore il seconda - Nessuna procura mi ha indagato, ma Palazzi mi ha deferito, senza neanche interrogarmi. La commissione disciplinare mi ha condannato a otto mesi di squalifica e la Corte di Giustizia Federale a sei. Tutti mi hanno giudicato, ma nessuno mi ha ascoltato. Come può accadere una cosa simile?».

E’ questa una tra le tante domande cui in questa vicenda diventa difficile dare una risposta. «Perché tutto questo? - si chiede Conte - L’unica cosa che è cambiata per me è essere arrivato in una squadra amata o odiata e aver vinto, dopo due settimi posti. Sono accusato di omessa denuncia. Ma se non ho visto nulla, cosa avrei dovuto denunciare? Dopo questa vicenda io inizio ad avere il timore di andare in spogliatoio. Lì devo essere un leader, ma inizio a temere di dover litigare con un calciatore o di doverlo mandare in tribuna. E se tra qualche anno inizia a accusarmi? E’ accaduto questo! Si è creduto a un personaggio che ha venduto partite, tradendo i suoi stessi compagni, e non a me. Dico solo una cosa ai miei colleghi: oggi è successo a me, ma domani può accadere a voi. Aprite gli occhi!».

A lasciare basito Antonio Conte è poi l’uscita di un membro della Corte di Giustizia Federale, che ieri ha commentato la sentenza di secondo grado pubblicamente, sostenendo che a Conte è “andata bene”. «Reputo questo comportamento improprio e fuori dalle regole. Un giudice dovrebbe rispettarle e farle rispettare e invece vedo un signore che, per uscire sulle prime pagine dei giornali, usa il mio nome facendo dichiarazioni quantomeno inopportune. Questo mi fa pensare che ci sia qualcosa di personale nei miei confronti... Questa è una vicenda assurda e quella di ieri è stata la ciliegina sulla torta».

Lo sfogo di Conte è lungo e articolato e non è riferito solo alla sua vicenda personale, ma all’intero sistema di giustizia sportiva che aveva portato gli avvocati a consigliare il patteggiamento, poi respinto dalla Commissione Disciplinare: «Il patteggiamento è un ricatto. Io, innocente, devo sentire dal mio avvocato che, vista questa giustizia, è meglio non rischiare? E’ una vergogna».

E in effetti proprio il patteggiamento, cui molti sono ricorsi durante i processi di quest’estate, lascia intendere quanto il sistema abbia bisogno al più presto di una riforma: «Il patteggiamento di Conte è stato rigettato - ricorda l’avvocato Giulia Bongiorno - ma è meglio così. Meglio cento anni di squalifica! E la riprova di quanto il patteggiamento sia “miele” per falsi pentiti, sta proprio nel fatto che Conte avrebbe dovuto patteggiare anche su Novara-Siena, partita per la quale è stato prosciolto!».

Rimane incredibile che Carobbio non sia stato considerato credibile riguardo a quell’incontro, ma lo sia per Albinoleffe-Siena: «Eppure i due casi erano uno la stampella dell’altro - continua la Bongiorno - Vedremo le motivazioni della sentenza, ma c’è già un dato di fatto: il materiale probatorio è talmente confuso e contraddittorio che Palazzi propone un patteggiamento di tre mesi, la Commissione Disciplinare lo rifiuta, e condanna Conte a dieci mesi per due omesse denunce, e la Corte di Giustizia Federale toglie un’omessa denuncia, perché non credibile, ma mantiene la pena, perché considera l’altro caso gravissimo. Tre versioni diverse. Evidentemente nel materiale probatorio c’è qualcosa che non va, andrebbe fatto un lavoro più approfondito».

Tutto ruota ancora intorno alla figura di Carobbio, che «ha dovuto ammettere che un discorso emotivo è stato fatto prima di Novara-Siena - ricorda l’avvocato Chiappero - e in quel momento ha perso credibilità, perché come può un allenatore rivolgersi ai suoi giocatori con un discorso motivazionale e subito dopo dire “ci siamo aggiustati per un pareggio”? Ma se stabilisco che un soggetto mente nei confronti di un’altra persona, come poi posso ancora credergli sulle altre accuse?».

Eppure Carobbio è stato ritenuto credibile quando parla della presunta combine per Albinolefffe-Siena e su questa si basa la condanna in secondo grado: «Conte ha letto con noi tutte le carte in questi mesi - sottolinea l’avvocato De Rensis - e più le leggevamo, più trovavamo la forza di andare avanti. Perché perché in quelle carte c’è la verità. C’è grande dolore e amarezza per i 10 mesi di squalifica inflitti ma c’è anche un bicchiere mezzo pieno e dobbiamo guardare a quello: Carobbio non è più sempre e comunque credibile, lo ha detto la Corte Federale. Ora quindi ci concentreremo su Albinoleffe-Siena e al Tnas punteremo al proscioglimento».


 
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