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biografia dei queen

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alexultra10
view post Posted on 4/9/2008, 19:35     +1   -1




I Queen sono uno dei più importanti gruppi rock della storia della musica, molto popolare soprattutto negli anni settanta ed ottanta. Nonostante la morte del frontman Freddie Mercury, avvenuta il 24 novembre 1991, ancora oggi mantengono un grande seguito sia fra le vecchie che fra le nuove generazioni[8].

Il loro nome equivale all'appellativo inglese per Regina, giocando sul doppio significato del termine, usato sia per indicare la Regina Madre, sia per indicare nel gergo inglese le prostitute. Si stima che il gruppo abbia venduto più di 300 milioni di dischi[9], di cui oltre 35.5 milioni nei soli Stati Uniti[10]. Nella loro nazione d'origine, la Gran Bretagna, sono secondi solo ai Beatles in quanto a scambi di materiale collezionistico. Con le loro 1422 settimane nelle classifiche sono gli artisti di più lungo successo commerciale della storia nel Regno Unito. Nel 2001 la band è stata inclusa nella Rock and Roll Hall of Fame di Cleveland, nell'Ohio, e nel 2004 nella UK Music Hall of Fame.

Il gruppo, formato da musicisti dotati di una spiccata fantasia compositiva, ha riscosso nel corso degli anni un grandissimo successo di pubblico ed ha avuto una forte influenza sulle generazioni che l'hanno seguito e sui musicisti che ad esso si sono ispirati. Ognuno dei componenti era in grado di occuparsi della parte compositiva dei brani (numerosi i pezzi scritti a più mani, come anche quelli composti dai soli membri in autonomia), ma era Freddie Mercury il personaggio più noto del gruppo, sia per via del ruolo di leader sia per le proprie straordinarie capacità vocali (con un'estensione pari a tre ottave, senza l'uso del falsetto[citazione necessaria]). Ad oggi molti critici ritengono Freddie Mercury il miglior cantante della storia[citazione necessaria]. Tra i brani scritti da Freddie Mercury si ricordano We Are the Champions, Bohemian Rhapsody (più volte proclamata da critici e da sondaggi popolari "la migliore canzone di sempre"), Somebody to Love. Degli altri membri della band sono molto citati anche Radio Ga Ga di Roger Taylor, We Will Rock You e Who Wants to Live Forever di Brian May, ed Another One Bites the Dust e I Want to Break Free di John Deacon. In quasi tutti gli album pubblicati, tranne nei primissimi, era presente almeno un brano scritto da ogni componente della band. Altra caratteristica che li ha resi celebri erano le loro esibizioni dal vivo, dal 1970 al 1986 hanno sostenuto 707 concerti in 26 nazioni toccando tutti e 5 i continenti. Spesso al gruppo è stato attribuito il titolo di migliore live-band della storia[citazione necessaria]) , grazie alla grande abilità strumentistica e vocale del quartetto, ma soprattutto al carisma fuori dal comune del suo frontman.

I Queen sono considerati dall'opinione pubblica uno dei maggiori gruppi nella storia del rock, fatto confermato anche dal grande seguito di cui ancora godono dopo la morte di Freddie Mercury, avvenuta nel 1991 a causa dell'AIDS. Tuttavia dovettero far fronte anche a forti critiche, sia da parte della stampa generalista sia di alcune voci vicine all'area cattolica[citazione necessaria] (per i testi talvolta poco pudici, ma anche per l'omosessualità di Mercury), e persino da parte di altri esponenti della scena pop/rock internazionale. Nonostante tutto, la band ha avuto un ruolo di rilievo nella storia del rock mondiale e ha saputo far sopravvivere la propria musica nel tempo.
Queen si formarono nel 1970, dopo che Freddie Mercury (vero nome Farrokh Bulsara), cantante e pianista del gruppo Sour Milk Sea, si era unito agli Smile, rimasti in due (Brian May e Roger Taylor) dopo l'abbandono del cantante e bassista Tim Staffell.

Subito dopo la sua entrata nel gruppo, Mercury propose di cambiare il nome della band in Queen. Nel 1971, dopo aver provato nelle prime esibizioni alcuni bassisti, la band decise di assumere definitivamente John Deacon.

« Ho pensato al nome "Queen". È solo un nome, ma è molto regale ovviamente, e suona benissimo. È un nome forte, molto universale e immediato. Ha molte potenziali visuali ed è aperto a tutti i tipi di interpretazioni. »
(Freddie Mercury)

Lo stemma della band (disegnato da Mercury) include i segni zodiacali dei quattro componenti, sovrastati da un'araba fenice, uccello mitologico conosciuto per la capacità di ritornare in vita dalle sue stesse ceneri, scelta in segno di immortalità e speranza. Il logo è composto da due leoni (Roger Taylor e John Deacon) a presidiare la corona della regina al centro di una "Q" (Queen, appunto), un granchio per il segno del cancro (Brian May) e due fate che rappresentano la vergine (Freddie Mercury).
« I nostri album tenderebbero ad essere una collezione di canzoni, perché le scriviamo tutte nel gruppo, tutti insieme. »
(John Deacon)

Nell'estate del 1973 i Queen pubblicarono il loro primo album, dall'omonimo titolo.[11] L'uscita dell'album fu anticipata dalla pubblicazione del singolo Keep Yourself Alive, che però non fece mai comparsa nelle classifiche britanniche (anche a causa della mancanza di promozione radiofonica), e anzi venne definito addirittura "osceno" dai critici della rivista Rolling Stone.[12] A distanza di anni dalla sua pubblicazione, Queen sarebbe stato però considerato un ottimo album d'esordio. Il disco contiene anche Seven Seas of Rhye, ma non si tratta della stessa versione conosciuta dalla maggior parte delle persone, quella cioè pubblicata come singolo l'anno dopo ed inclusa nel loro primo greatest hits, bensì di una versione strumentale.

Nel febbraio del 1974 vide la luce Queen II,[13] il loro secondo album, diviso in due, Lato Bianco (White Side) e Lato Nero (Black Side), composti rispettivamente da Brian May e Freddie Mercury con un contributo di Roger Taylor nel White Side. Quest'album è stato più volte considerato da parte della critica un concept, incentrato sull'eterna lotta tra il bene ed il male. Il singolo estratto fu la versione cantata di Seven Seas of Rhye, loro prima hit, che raggiunse, ma solo in Gran Bretagna, la top ten assestandosi alla decima posizione della classifica.

« Parecchia gente credeva che fossimo soltanto una band di Heavy Metal, ma Killer Queen mostrava un lato nuovo dei Queen. Di sicuro quell'album riempiva un vuoto storico, era di più facile ascolto e avrebbe affascinato molta più gente. »
(John Deacon)

Il 1974 si rivelò comunque un anno più soddisfacente per la formazione inglese, soprattutto perché in ottobre riuscì a pubblicare Sheer Heart Attack, terzo album in studio. Composto da una notevole varietà di stili musicali,[14] il singolo più famoso tratto dall'album fu Killer Queen, che raggiunse la seconda posizione, anche stavolta solo in Gran Bretagna. La varietà di generi musicali passa dall'hard rock di Now I'm Here e Stone Cold Crazy (coverizzata dai Metallica nel 1990), al rock di Brighton Rock e Tenement Funster, alle ballate come Dear Friends, fino ad un accenno di charleston con Bring Back That Leroy Brown.

« È stato un lavoro terribile: una settimana intera per cercare di realizzare le idee di Freddie; ogni volta che m'illudevo di aver finito con i cori arrivava e diceva: "Ho pensato di aggiungere ancora un po' di «Galileo»" »
(Roy Thomas Baker - riguardo la nascita di Bohemian Rhapsody)
« Per Queen II e Sheer Heart Attack volevamo fare un sacco di cose ma non c'era abbastanza spazio mentre per A Night At The Opera l'abbiamo avuto. Non siamo ancora a metà strada, ma da quello che ho potuto sentire abbiamo superato tutto quanto abbiamo fatto in precedenza. »
(Freddie Mercury)

Il 1975 fu l'anno dell'affermazione. I Queen passarono molto tempo in sala di registrazione, in ben sei studi di produzione, con la guida del produttore Roy Thomas Baker ed incisero l'album A Night at the Opera, l'album più costoso dell'epoca.[15] Il titolo è ispirato all'omonimo film dei fratelli Marx, ed è uno dei loro album di maggior successo. Contiene una delle loro canzoni più celebri, Bohemian Rhapsody, scritta da Freddie Mercury e accompagnata da quello che è definito il primo videoclip della storia: il brano rimase per ben nove settimane consecutive al primo posto della classifica inglese (eguagliando così "Diana" di Paul Anka, brano del 1957). Notevoli furono anche i brani scritti dagli altri componenti, come I'm In Love With My Car di Roger Taylor, brano tra l'altro cantato proprio dal batterista, The Prophet's Song di Brian May e You're My Best Friend di John Deacon, sua seconda composizione per la band e giunta al settimo posto nella classifica inglese. Quest'album fu il loro primo successo negli Stati Uniti.

Nel 1976, dopo aver ottenuto un certo successo di critica e pubblico, i Queen si esibirono in un concerto gratuito ad Hyde Park, a Londra, dove si radunarono circa 176.000 persone, un buon risultato per la band. In tale occasione furono presentati anche brani appartenenti al loro album successivo, A Day at the Races, il cui titolo si rifà ancora una volta ad un altro omonimo film dei fratelli Marx. All'epoca, ed effettivamente ancor oggi, il disco venne considerato non all'altezza del precedente. Tuttavia conteneva brani molto apprezzati come Somebody to Love, in cui i Queen tentano un po' di rifarsi al gospel, il brano hard rock Tie Your Mother Down, pezzo forte di tutti i loro futuri concerti (nonostante un per niente eccelso 28° posto nelle charts) e The Millionaire Waltz, che prosegue l'eclettismo musicale di Bohemian Rhapsody.

Il 1977 vide il nascere del movimento punk, ma i Queen seppero adeguarsi alla moda del momento ancora una volta e resistere alla crisi del rock. In due mesi e mezzo registrarono News of the World, il loro sesto album, che si contraddistingue per sonorità più immediate e grezze e fu il loro secondo successo negli Stati Uniti. L'album contiene le due "hit da stadio", spesso suonate in occasione degli eventi sportivi, We Are the Champions e We Will Rock You, rispettivamente scritte da Freddie Mercury e Brian May, il pezzo pre-punk Sheer Heart Attack di Roger Taylor, e la ballata di John Deacon Spread Your Wings.

Nel 1978 i Queen lanciarono Jazz, con un party sopra le righe, come nel loro solito stile, a New Orleans, in omaggio all'omonimo stile musicale ma anche come voluto gioco di parole, dato che in inglese jazz può significare anche "chiacchiere, pettegolezzi". L'album venne criticato sia dalla stampa sia da una parte del pubblico, per essere troppo pomposo e artefatto, gli stessi motivi che portarono molti altri ad osannarlo. Tra le sue canzoni più famose ci sono Fat Bottomed Girls, un hard rock un po' grezzo scritto da Brian May, Bicycle Race, un pezzo che prende in giro miti e luoghi comuni dell'epoca ed accompagnato da un video (poi censurato) che presentava ragazze nude in bicicletta, e Don't Stop Me Now, allegra cavalcata di pianoforte e voce, scritte entrambe da Freddie Mercury. Nell'album compare anche il brano hard rock Mustapha, la cui intro in arabo diventò un classico dei concerti negli anni settanta.

Dopo una lunga serie di concerti, nel 1979 uscì Live Killers, il loro primo album live. Negli anni seguenti, tutti e quattro i membri della band si dichiararono non soddisfatti dal missaggio sonoro del disco, pubblicato per volontà della EMI al solo scopo di placare le numerose pubblicazioni bootleg dell'epoca.

I Queen in concerto nel 1985.Nel 1980 i Queen compirono un'altra svolta stilistica, pubblicando l'album The Game. Affidandosi alle cure del produttore Mack, ripulirono il loro stile dalla pomposità glam anni settanta e si lanciarono con suoni più asciutti e diretti negli anni ottanta. Quest'album segnò la comparsa, per la prima volta su un album dei Queen, dei sintetizzatori, l'assenza dei quali era espressamente rimarcata nei credits degli album precedenti. The Game contiene alcuni dei singoli più venduti della band inglese: Crazy Little Thing Called Love di Freddie Mercury, primo numero uno della band negli Stati Uniti; Another One Bites the Dust di John Deacon, il pezzo più venduto in assoluto dei Queen negli USA, nelle classifiche Billboard rock, dance ed R&B contemporaneamente e lanciato come singolo, secondo una voce non confermata, su consiglio di Michael Jackson; Save Me, una ballata acustica di Brian May. The Game raggiunse per la prima volta il primo posto in classifica, sia in Gran Bretagna che negli Stati Uniti. Nello stesso anno i Queen composero la colonna sonora del film Flash Gordon. Anche se il film si rivelò in seguito un flop commerciale, la pellicola ebbe il merito di accrescere ancora la fama già smisurata del quartetto.

Il 1981 vide i Queen impegnati in un altro tour mondiale, che li portò in Europa, Stati Uniti, Giappone e per la prima volta in America Latina,[16] dove in un esibizione fu presente addirittura Diego Armando Maradona[citazione necessaria]. Nello stesso anno uscì la prima raccolta ufficiale dei loro brani di maggior successo, Greatest Hits, che è tra i dischi più venduti dal quartetto (secondo le ultime stime, 12 volte disco di platino). Al termine del tour, nel 1982, i Queen si dedicarono alla registrazione dell'album successivo, Hot Space. Il disco risentì del successo dell'album precedente, The Game, e abbandonò le sonorità rock per essere influenzato da disco e funk. All'epoca venne considerato un tradimento dai fan della vecchia guardia, abituati all'hard rock della band inglese, ed il loro peggiore album, nonostante un buon quarto posto in classifica. I brani furono registrati con una produzione diversa; tuttavia non mancano pezzi di stile classicamente hard rock e glam come Under Pressure, scritta ed interpretata insieme a David Bowie, Back Chat e Staying Power, la ballata Las Palabras De Amor"Life is real"(dedicata a John Lennon) e pezzi più aggressivi come Put Out The Fire ed Action This Day, tutti brani molto più stimati dal vivo che non sul disco, anche grazie ad arrangiamenti più rock ed immediati. Michael Jackson si ispirò a Hot Space per il suo album bestseller Thriller (1982).

Sempre attenti all'aspetto commerciale dei loro album e a causa del responso di pubblico non esaltante per Hot Space, nel 1983 i Queen sospesero le attività e si dedicarono a progetti solisti. A quella data risalgono le prime voci di un loro possibile scioglimento. Nel 1984 ritornarono con un nuovo album, The Works, che contiene ben quattro singoli: Radio Ga Ga, scritta da Roger Taylor ed uno dei loro più celebri inni da stadio, resa celebre dal battimano nel video guidato da Freddie Mercury (la canzone fu anche eseguita dal gruppo durante il Festival di Sanremo, nel febbraio del 1984); la ballata It's a Hard Life, brano in parte ispirato all'opera I Pagliacci, e il cui videoclip è uno tra i preferiti di Freddie Mercury,; Hammer to Fall ed I Want to Break Free, canzone diventata un inno di libertà per i popoli sudamericani. Proprio quest'ultima farà nascere altre polemiche sui Queen. Il video che l'accompagna, su idea della ragazza di Roger Taylor, vede i quattro travestiti come le protagoniste di una popolare serie inglese dell'epoca. Giudicato molto divertente dagli inglesi, fu tacciato di cattivo gusto negli Stati Uniti e bandito dalle televisioni. Proprio le scarse vendite, a dispetto del successo dei quattro singoli e la presenza di altri brani sperimentali e di qualità su The Works, furono motivo di altre tensioni nel gruppo.

« Quando ci siamo travestiti per il video di "I Want To Break Free", in Inghilterra tutti l'hanno presa come una cosa divertente, ma in America non l'hanno mandata giù, e l'hanno considerata un grave affronto. »
(Brian May.)

Nello stesso anno i Queen si esibirono a Sun City, in Sudafrica, dove allora vigeva il regime razzista dell'apartheid.[17] Per quella performance furono molto criticati, in patria e nel resto del mondo.

« I Queen non erano più un gruppo unito ma quattro individualità che lavoravano insieme. Il Live Aid ci ha totalmente rivitalizzati, restituendoci l'entusiasmo di un tempo »
(John Deacon.)

Il 1985 li vide protagonisti di due grandi eventi musicali. Il 12 gennaio furono gli ospiti principali del Rock in Rio,[18] dove suonarono davanti circa 300.000 persone, sia nella serata iniziale sia in quella finale del 19 gennaio. L'evento che li consegnò alla storia fu però il Live Aid, concerto umanitario organizzato da Bob Geldof e tenutosi il 13 luglio 1985, che vide la partecipazione di numerosi artisti internazionali. I Queen si esibirono a Wembley per una ventina di minuti. A detta della stampa, del pubblico e degli altri musicisti presenti, per una volta d'accordo, la loro interpretazione fu memorabile e addirittura una delle migliori di tutti i tempi; in particolare, Radio Ga Ga, cantata da Freddie Mercury che guidava il battimani dell'intero stadio, è rimasta nella storia.

La partecipazione al Live Aid rivitalizzò i Queen, che pubblicarono il singolo hard rock One Vision, che poi compare nella colonna sonora del film Aquile d'acciaio. Il brano figurò nel loro successivo album.

A Kind of Magic uscì nel 1986, e le composizioni fanno parte della colonna sonora del film Highlander. Il singolo A Kind of Magic arrivò primo in ben 35 nazioni e rilanciò in modo definitivo i Queen, che iniziarono il Magic Tour, il loro tour più grande e spettacolare.[19] In 26 date raccolsero circa un milione di spettatori, di cui 400.000 solo in Gran Bretagna. Di particolare rilievo furono le date di Budapest, all'epoca ancora sotto l'influenza dell'Unione Sovietica (fu il primo concerto di un artista europeo in un paese dell'Europa dell'Est dal 1964), al Wembley Stadium e quella finale a Knebworth. A Wembley Freddie dichiarò, per smentire le ennesime voci di scioglimento, "Forget those rumours, we're gonna stay together 'till we fucking well die, I'm sure!" (Dimenticate queste voci, staremo ancora insieme fino alla dannata morte, ne sono più che sicuro!").

Il concerto al Wembley Stadium fu uno dei più famosi e celebrati. Si aprì con la canzone One Vision, e poi si concluse con l'inno inglese God Save the Queen. Il concerto durò più di due ore, fu una delle prime volte in cui Queen presentarono la canzone Who Wants to Live Forever. A Knebworth, il 9 agosto 1986, Freddie Mercury si esibì per l'ultima volta con i Queen in una delle sue prestazioni vocali più apprezzate.

Dopo il Magic Tour, i Queen si presero una pausa di tre anni. Freddie collaborò con il soprano Montserrat Caballé per registrare l'album Barcelona, la cui canzone omonima divenne tre anni dopo l'inno dei Giochi olimpici di Barcellona 1992. Nel 1989 i Queen ritornarono con l'album The Miracle, che contiene ben cinque singoli tra cui la potente I Want It All (terzo posto nelle classifiche) e la solare The Miracle, che li lanciò verso il disco di platino negli USA. Per la prima volta ogni singolo brano fu accreditato all'intera band, anche se per la maggior parte delle volte le canzoni erano per lo più scritte da un solo componente. Dell'album fanno parte anche singoli come The Invisibile Man, Breakthru e Scandal.

L'assenza di un tour, e le sempre più rare apparizioni di Freddie in pubblico, alimentarono le speculazioni della stampa sulla salute del cantante. Freddie si limitò a dire che la decisione di non compiere un tour era dovuta soltanto a lui, oltre che alla voglia di rompere il ciclo album/tour degli anni passati.
Nel 1991 le voci su Freddie Mercury malato di AIDS divennero sempre più insistenti sui quotidiani scandalistici, ma furono negate con altrettanta determinazione dal cantante, da sempre in lotta con la stampa per proteggere la sua privacy (per la cui tutela amava paragonarsi a Greta Garbo). Nello stesso anno uscì l'album Innuendo, uno dei loro migliori a detta di pubblico e critica. L'omonima canzone è una piccola opera rock di sei minuti, composta di varie parti tra cui un assolo di flamenco (eseguito da Steve Howe, storico chitarrista degli Yes). Il video di supporto al singolo, consentì ai Queen di battere la loro stessa storia, superando in lunghezza quello di Bohemian Rhapsody. Tutto l'album risentì di un clima triste, per l'aggravarsi della malattia di Freddie. Tra gli altri brani sono citati anche: Headlong, potente hard rock; I'm Going Slightly Mad, brano surreale e volutamente ironico; la drammatica ed epica The Show Must Go On, di un'impressionante difficoltà vocale e These Are The Days of Our Lives, un ricordo dei tempi passati insieme, nel cui video Mercury comparve pubblicamente per l'ultima volta. Casualmente, ma significativamente, le ultime parole del brano "I Still Love You" (Vi amo ancora) sembrano voler rappresentare quasi un ultimo saluto del cantante ai suoi fans.

Il 23 novembre 1991 Freddie Mercury annunciò ufficialmente al mondo di avere l'AIDS.

« Desidero confermare che sono sieropositivo: ho l'AIDS. Ho ritenuto opportuno tenere riservata questa informazione fino a questo momento allo scopo di proteggere la privacy di quanti mi stanno intorno. Tuttavia, è arrivato il momento che i miei amici e i miei fans di tutto il mondo conoscano la verità. Spero che tutti si uniranno a me, ai miei dottori e a quelli del mondo intero nella lotta contro questa tremenda malattia. »


Il mondo non apprese in tempo la notizia che il 24 novembre dello stesso anno, alle 18:48, Freddie scomparve prematuramente all'età di 45 anni.

Nel 1991 Mercury dichiarò, nella sua ultima intervista:

« Non voglio cambiare il mondo, lascio che siano le mie canzoni ad esprimere le sensazioni e i sentimenti che provo ed ho provato. Essere felici è il traguardo più importante per me, ora, e quando sono felice il mio lavoro lo dimostra. Alla fine tutti gli errori che ho commesso e tutte le relative scuse saranno da imputare solo a me: mi piace pensare di essere stato solo me stesso... Adesso voglio solamente avere tutta la gioia e la serenità possibili, e vivere quanta più vita possa, per tutto quel poco tempo che mi resta da vivere. »


Il 20 aprile 1992 si svolse a Wembley il Freddie Mercury Tribute, il concerto in ricordo del cantante. Insieme ai tre componenti superstiti del gruppo, si alternarono sul palco altri artisti di spessore come Metallica, Guns N' Roses, David Bowie, Robert Plant, George Michael, Elton John, Liza Minnelli, Extreme, Def Leppard e molti altri, che eseguirono anche brani dei Queen. Il concerto, oltre che per l'eccezionalità dell'evento musicale, si segnalò per l'aver richiamato il mondo sul dramma dell'AIDS. Il giudizio della critica dal punto di vista squisitamente musicale fu impietoso: le tracce dei Queen cantate da altri cantanti misero in mostra, se mai ce ne fosse stato bisogno, l'inadeguatezza di questi nei confronti della voce e dell'interpretazione di Freddie Mercury. Il solo George Michael sembrò cavarsela abbastanza bene. Altre polemiche nacquero da un Padre Nostro recitato da David Bowie nel corso della sua esibizione.

Nel 1995 uscì Made in Heaven, con le ultime registrazioni inedite di Freddie Mercury, che riportò i Queen ai primi posti delle classifiche di vendita. Il disco contiene vecchie tracce rielaborate non pubblicate negli album precedenti, come My Life Has Been Saved (b-side risalente al 1989), più le ultime tracce vocali di Freddie Mercury registrate prima di morire, come A Winter's Tale, la ballata "Too Much Love Will Kill You" (brano solista di May) e Mother Love. Quest'ultima sembra che sia l'ultima traccia vocale registrata da Mercury, anche se il produttore David Richards ha dichiarato di avere ascoltato la registrazione di almeno altre due demo.

Nel 1997 fu pubblicato Queen Rocks, una compilation che raccoglie le canzoni più dure della band, tra cui Stone Cold Crazy, One Vision, Hammer To Fall ed I Want It All. Inoltre c'era una complessa revisione di I Can't Live With You e No-One But You, brano inedito suonato dai tre rimanenti membri della band, con l'alternarsi alla voce di Brian May e di Roger Taylor, in memoria di Freddie Mercury e successivamente di Lady Diana, scomparsa in quell'anno (sarà l'ultimo brano in cui John Deacon suonerà il basso per i Queen).

Nel 1999 uscì il Greatest Hits III, una raccolta giudicata dalla critica "per mantenere alto il nome Queen". Questo disco contiene: tracce soliste di Freddie Mercury come Living On My Own e Barcelona; una versione remixata di Under Pressure (unico singolo della raccolta) e vari duetti, che spiegano quell'insolito "+" presente sulla copertina dell'album affianco al nome "Queen". Another One Bites The Dust è in questa occasione ripresa da Wyclef Jean, mentre The Show Must Go On e Somebody to Love sono cantate rispettivamente da Elton John e George Michael. Chiudono la tracklist No-One But You e Thank God It's Christmas (singolo del 1984 precedentemente mai incluso in un album), e i singoli di maggior successo estratti dall'album Made in Heaven.
ora c'è Paul Rodger ma nn regge il paragone con il caro Freddie ..nn sono più i magici queen
 
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genialex
view post Posted on 16/10/2008, 20:32     +1   -1




wow!! ne hanno fatta di strada..
 
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1 replies since 4/9/2008, 19:35   54 views
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