Un Natale fa, Dida, «assistente» di Cambiasso. Ieri sera Griselli, assistente di De Marco. Papere di pancia e bandierine di gesso. Così l’Inter di Mancini rimontò il Milan, così l’Inter di Mourinho ha beffato uno splendido Siena. Il 2-1 di Maicon, che vale l’ottavo successo di fila e spedisce per la terza volta la Juventus a meno nove, era in netto fuorigioco. «Ladri, ladri» ha gridato lo stadio, indignato e schifato. Da un regime all’altro: ecco i risultati. Voce di popolo: nel dubbio, sempre dalla parte dei più forti. Nel dubbio? Non scherziamo: Maicon era in off-side di metri, non di centimetri. Il caso Griselli sollecita misure severe, Gussoni e Collina non possono negare l’evidenza. Mi spiace per Giampaolo, Kharja e il Siena: meritavano ben altro. Lo ha riconosciuto anche Mourinho. Il portoghese, di suo, aveva sbagliato formazione: male Balotelli, e ancora peggio Jimenez.
Tocca alla Juve. L’Atalanta, in casa, non guarda in faccia nessuno. Contro i bianconeri, inoltre, Gigi Del Neri ha sempre perso. Sempre. Nel torneo delle braghe calate (Plasmati del Catania, per schermo; Vucinic della Roma, per scherno), il fantasma che circonda Ranieri non è più lo scetticismo ma il suo esatto contrario: il consenso. I tifosi rincorrono, famelici, i risultati, e di essi nutrono la memoria. Tutti ferocemente pro Xabi Alonso fino ai primi, tiepidi segni di risveglio forniti da Tiago. Tutti generosamente pro Tiago in coincidenza con la striscia di vittorie. E quando il portoghese si ruppe a San Siro, la sera di Muntari e dell’astensione di Manninger, tutti orgogliosamente marchisiani (e poi decegliani).
Non solo i tifosi, per la verità: anche molti di noi. È la bellezza allusiva ed evasiva del calcio.
Con Zanetti o Xabi Alonso - per il quale i saggi avrebbero volentieri sacrificato Poulsen - sarebbe stato difficile arrivare a Marchisio, ma l’emergenza e il 4-2 inferto a Ronaldinho hanno asciugato il problema, e da domenica si stappano bottiglie al tesoretto del vivaio, raccolto e custodito dalla Triade. Urgono conferme. Per esigenze di classifica e verifica tecnica, non tanto per carenza di fiducia. Atalanta-Juventus si profila calda e palpitante. Come Catania-Roma, agitata dall’uscita poco felice di Terlizzi (Totti? bisogna «picchiarlo» di più), e come il dopo Siena, scosso e sfigurato dalla topica di Griselli. Moggi è ancora lì che sghignazza.
http://www.lastampa.it/cmstp/rubriche/admi...=70&ID_file=145ps: a noi ci hanno chiamati ladri x anni, poi siamo arrivati a quello che tutti noi sappiamo... che stia iniziando a muoversi qualcosa?