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Storia - Roma - Il principato di Ottaviano Augusto

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view post Posted on 12/3/2010, 11:32     +1   -1




Le riforme di Ottaviano

Ottaviano Augusto si presentò a Roma come il restauratore della pace e della tradizione repubblicana. Assunse inoltre il titolo di "imperatore" (27 a.C.) che allora significava solo comandante dell'esercito. Gli fu concesso dal Senato anche il titolo di "Augusto": ciò significa "colui che migliora e favorisce una particolare situazione".
Ottaviano Augusto divise i domini romani in due parti:

1 le province senatorie, cioè quelle conquistate da più tempo;
2 le province imperiali, cioè quelle poste in zone di confine.

I governatori delle prime erano nominati dal Senato; i governatori delle seconde (pretori o consoli) direttamente dall'imperatore.

Il ruolo del Senato

I senatori ebbero da Augusto numerosi privilegi e posti importantinell'amministrazione, ma persero il loro ruolo nel governo dello Stato. L'imperatore tenne per sè il controllo dell'esercito e della riscossione dei tributi.

Le altri classi sociali

Per evitare conflitti tra le diverse classi sociali, Augusto e i suoi successori si preoccuparono di assicurare a ciascuna, e non solo ai senatori, un ruolo sociale e dei vantaggi particolari. Ai cavalieri furono riservati titoli, affari, onori, posizioni di comando dell'esercito e nel governo delle province. Alla plebe della città di Roma fu distribuito gratuitamente cibo, elargito denaro pubblico. Gli schiavi potevano esercitare attività economiche come artigiani, commercianti e medici. Alcuni vennero liberati ( i cosiddetti liberti); altri diventarono, col loro lavoro, così ricchi da potersi addirittura comprare la libertà.

L'esercito

Importante fu anche la riorganizzazione dell'esercito, del quale facevano parte solo i cittadini romani, che dovevano prestare servizio per 20 anni (i legionari). Più tardi, l'esercito fu aperto anche a soldati provenienti dai paesi sottomessi, con le formazione delle legioni ausiliari. Fu creata inoltre una sorta di guardia del corpo dell'imperatore, il cosiddetto prefetto del pretorio.

La politica estera

In politica estera, dopo che Roma ebbe pacificato tutta la Spagna, i suoi principali avversari furono l'impero dei Parti (un popolo stanziato nell'attuale Iran) e i popoli germanici, che i Romani non riuscirono a sottomettere.

La religione dell'imperatore

Augusto mantenne l'unità dei tanti popoli dominati da Roma con un'abile opera di propaganda: Roma per volontà divina era divenuta l'erede di tutte le antiche civiltà. Inoltre, l'imperatore cercò di riportare i Romani alle antiche tradizioni religiose. In questi anni iniziò a diffondersi il culto dell'imperatore, il quale non doveva essere mancato di rispetto dai cittadini.

La cultura e le scienze

La pace e il benessere dell'età augustea favorirono anche un'eccezionale fioritura letteraria e artistica: sostenuti dall'imperatore, si affermarono poeti come Virgilio. L'arte dell'età imperiale seguì e sviluppo la cultura greca. Nel settore scientifico ebbero importanza notevole le opere di Vitruvio Pollione e di Plinio il Vecchio.

Ottaviano Augusto morì nel 14 d.c.
 
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