Del Piero, il capitano giocatore

Del Piero, il capitano giocatore

Posa con Boniperti jr e incassa l’investitura di Del Neri:
«Quale part-time, se è in forma non ha rivali»
TORINO
Belli e vincenti. E con Alex Del Piero in vetrina. In attesa di capire se (e quando) la nuova Juve brinderà al colpo ad effetto, gli effetti speciali prova a crearli Luigi Del Neri, l’architetto della svolta. Tutto ruota attorno al capitano, giocatore indispensabile come se le quasi trentasei candeline (le soffierà in novembre) fossero il compagno di viaggio più leggero. «Ho letto e sentito dire in giro che Del Piero sarà utile alla causa non a tempo pieno. Vi sbagliate, Alex, se in forma, non avrà rivali nel prossimo campionato: ma quale part-time, il nostro sarà un capitano - così Del Neri - giocatore».

Punto e a capo, dunque. Nella Juve che questo pomeriggio si ritroverà sul campo comunale di Pinzolo per il primo allenamento della stagione (la seconda parte del ritiro verrà svolta a Varese, dal 21 al 28 luglio), parte dei titoli sono ancora per lui, il Capitano. «Ho una gran voglia di ripartire, mai come in questa occasione. Arriviamo da una stagione da dimenticare, ci sono tutti i presupposti per ripartire a testa bassa, con tanta voglia di riscatto», così Del Piero. Le prime istantanee della nuova avventura raccontano di un feeling quasi immediato fra Alex e Del Neri. «Abbiamo chiacchierato per qualche minuto dopo la cena dell’altra sera ed ho capito subito chi avevo davanti. Alessandro - precisa il tecnico - è motivatissimo...».

Comportamento, lavoro, disciplina: il credo di Del Neri troverà in Del Piero il suo interprete più convinto. «Tutti quelli che allenerò in ritiro, verranno considerati da me come giocatori della Juve: non mi importa se prima certe cose non funzionavano nello spogliatoio, non lo so e non mi deve interessare. Da oggi ci sono io ed è un’altra storia...», ripete il condottiero bianconero. Spiega, Del Neri, «perché il pallone non si fermi sul palo, ma entri in porta, occorrono molte variabile e non tutte di natura tattica o tecnica: noi - continua il timoniere juventino - vogliamo dare un’immagine positiva oltre che vincente».

Belli e con il bottino in mano. Del Neri, da questo pomeriggio, comincerà ad usare il gesso su una lavagna dove spostarsi dal 4-4-2 sarà un’impresa. Numeri che raccontano di un allenatore con le idee chiare e consegnate alla società. Così, dal cantiere aperto della Juve, fra i partenti c’è in prima fila il nome di Diego, sbarcato a Torino solo dodici mesi fa con il compito di impreziosire le trame bianconere, magari in tandem con lo stesso Del Piero. Risultato? Oggi, Alex si ritrova di nuovo sotto i riflettori e Diego con le valigie in mano e senza un ruolo ben definito all’interno del gruppo. «Per me (Diego, ndr) deve giocare dietro ad una punta e se in campo ne mando due, in una delle due posizioni mazzo al centrocampo...», spiega Del Neri. Tradotto: visto che accanto a Marchisio o Sissoko, giusto per fare due nomi di giocatori attualmente in organico, il brasiliano non può muoversi, il destino di Diego appare segnato più di quello degli altri compagni annunciati in partenza. Difficile, dunque, vedere all’opera la coppia (Diego-Del Piero) che in molti avrebbero votato come fra le più affascinanti, ma, forse, ancor più sorprendente può apparire il fatto che ad abdicare non sia il trentacinquenne capitano bianconero, ma il più giovane collega.

Del Piero sorride. Lo fa quando indossa la nuova maglia a fianco di Boniperti jr, e lo avrà fatto ascoltando le parole del suo nuovo allenatore: la Juve ritroverà i reduci dalle spedizioni mondiali in Sudafrica solo dal 18 luglio. Pochi giorni prima del battesimo ufficiale nell’andata dei preliminari di Europa League. Toccherà al capitano presentarsi all’appuntamento europeo con le pile e il morale a mille per trascinare il gruppo oltre il primo ostacolo. Poi, sarà un’altra Juve.