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Il termine Ferragosto deriva dal...

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view post Posted on 15/8/2010, 14:28     +1   -1




Il termine Ferragosto deriva dal latino FERIAE AUGUSTI, giorni feriali introdotti dall' imperatore Augusto, feste che ricorrevano nel mese dii agosto quando erano sospese tutte le attività e vi era il costume di darsi allegria e farsi regali.

Ferragosto all' origine, non era una festa limitata al giorno 15 agosto ma durava tutto il mese di agosto, a partire da quanto il primo imperatore romano istituì le FERIAE AUGUSTI, cioè feste in onore di Augusto.

Questa festa è collegata alle vacanze che si celebravano a Roma alle calende (il primo) di agosto in onore del Dio Conso, protettore dell' agricoltura. Il dio Conso (dal latino, “condere”, indica l’azione del “nascondere” e/o del “concludere”) oltre al 21 Agosto (data in cui presiedeva all’azione del mettere al sicuro il raccolto) era festeggiato il 15 Dicembre.
In epoca imperiale furono denominate augustalis in omaggio ad Ottaviano Augusto.

Le celebrazioni religiose piu' importanti che si svolgevano in questo mese erano quelle del 13 agosto dedicate alla dea Diana, legata alla vita dei boschi, alle fasi lunari ed alla maternità, feste a cui potevano partecipare tutti, padroni e servi, senza distinzione di ceto sociale. In tale occasione, i lavoratori porgevano gli auguri ai loro padroni, ricevendo in cambio delle mance. L' usanza fu poi mantenuta e nel Rinascimento fu resa obbligatoria da decreti pontifici.

La festa di mezz’agosto, come altre che si presentano nello stesso periodo, rappresenta il momento in cui l’estate si avvia al suo declino e, anche qui, è il fuoco a raffigurare uno dei momenti principali della purificazione. Ed ecco perchè alla vigilia di Ferragosto si accendono grandi falò che hanno lo scopo di scacciare le forze del male e di ritardare l’arrivo della nuova stagione. Altrettanto importante, in questo cerimoniale, è l’acqua, e per questo si ha la consuetudine di organizzare i falò in spiaggia ed accorrere in massa al bagno di mezzanotte, dal valore purificatore e propiziatorio.

Nello stesso periodo si svolgevano feste in onore di altre divinità legate sempre alla prosperità e fertilità della natura e della donna

Oggi, il 15 agosto, oltre a festeggiare il giorno di vacanza per eccellenza all' interno del periodo di ferie, si celebra la festa dell' Assunzione della Vergine Maria, la festa della Madonna di mezzo agosto, secondo un preciso rituale di comportamenti e convinzioni, che trovano riscontro nell’ antico proverbio: trascorso il mese di agosto, è l’inizio dell’inverno.

La famosa festa di Ferragosto dell' Assunta al Cielo, è stata stabilita per il 15 agosto dal PAPA Nicolò I (SANTO), eletto nell' 858 e morto nell' 867.

Le feste di ferragosto furono fatte coincidere, dal cristianesimo, con quella dell' Assunta, unendo riti sacri e profani nelle manifestazioni popolari La celebrazione dell' Assunta ha origine dal titolo DORMITIO (sonno) attribuito al passaggio, dalla vita terrena a quella eterna, di Maria Vergine, per volere divino, impossibilitata ad essere soggetta alla morte, perchè libera dal peccato originale. Questa verità è stata proclamata dogma di fede, da Pio XII (Eugenio Pacelli: 1876/1958), il primo novembre del 1950.

Quello di Ferragosto oggi è per molti il periodo tradizionale delle vacanze estive anche se oggi la festa di Ferragosto comprende solo il giorno 15 agosto.

Le fiere e i mercati costituiscono, come in passato, un evento atteso e sentito dalla popolazione, anche se un tempo rappresentavano una fra le poche occasioni di aggregazione e di incontro tra la gente del paese ed un momento di svago dalla dura vita dei campi. Oggi le fiere di Ferragosto hanno assunto un significato più commerciale e si aggiungono a tutte le altre

Proverbio: I quìnece dè Uste ze pàghene i débbete (Il quindici di Agosto si pagano i debiti), proverbio di Bonefro, Molise, raccolto da Antonio Perrotta (Poesia e canti popolari raccolti a Bonefro nel Molise, Pesaro, 1981)
15/08/2002 Agosto, quante cose non conosco (Annapaola Laldi, www.aduc.it)
Potremmo anche metterla cosi'.
La terra disseccata, prosciugata, inaridita e' diventata essa stessa un unico grido: Acqua! Acqua!
Il cielo l'ha accolto e ha risposto. L'acqua e' venuta. La terra si e' dissetata. Enorme la sete, enorme la quantita' d'acqua. L'equilibrio si e' ristabilito. I conti fra cielo e terra tornano.

Quelli umani, pero', no: troppa pioggia -tutta insieme e sotto forma di uragani. I danni sono ingenti. In molti settori -dall'agricoltura al turismo- si invoca lo stato di calamita' naturale. Numerose le vittime umane.
Troppa pioggia e nel momento piu' sbagliato dell'anno, proprio in quella prima meta' d'AGOSTO, per pressoche' universale consenso dedicata -con il suo vertice di FERRAGOSTO- ai rituali della VACANZA, intesa nel primo dei significati che le attribuisce il verbo latino VACARE, da cui deriva: "essere liberi da" -liberi dal lavoro, liberi dalle preoccupazioni, LIBERI!
L'irriverenza del tempo ha rimescolato le carte di tutti, almeno in gran parte del nostro Paese, e questo potrebbe favorire la formulazione di qualche domanda.

Sul rapporto fra cielo e terra, per esempio, e sulla parte che vi abbiamo noi esseri umani.
Siamo davvero quei signori e padroni dell'universo che crediamo di essere, noi, in questa parte di mondo -sulla scia di un'interpretazione, peraltro controversa, della Bibbia?
Abbiamo davvero il diritto di usare, sfruttare la natura -gli animali, ma anche le piante e i minerali- senza limitazioni di sorta quando e' in ballo qualcosa che ci sembra essere appena vantaggioso per noi o per una parte di noi?
Per fare un esempio molto vicino: il vantaggio che posso avere io, in quanto viaggiatrice, giustifica, lo scempio che viene fatto nel Mugello, la verde regione al confine fra Toscana ed Emilia, dove lo scavo delle gallerie dell'"Alta Velocita'" e di altre vie di comunicazione sta inesorabilmente distruggendo le sorgenti che le danno bellezza e vita -oltre che acqua potabile alla citta' di Firenze e occupazione ai lavoratori di due sorgenti di acqua minerale che probabilmente scompariranno fra breve?
Oppure il mio interesse di viaggiatrice non entra in rotta di collisione addirittura con un altro mio interesse, quello di camminare fra quei boschi -lo dico con cognizione di causa- e sentire lo scroscio delle cascate e il mormorio dei torrenti? E anche con l'interesse piu' grande di tutti, quello di poter disporre con facilita' dell'elemento acqua su cui si fonda la vita del pianeta terra? Che per questo e' cosi' diverso dalla Luna o da Marte!

Ma siamo poi per davvero signori e padroni di qualcosa? Siamo, intanto, padroni di noi stessi? Siamo INDIVIDUI? O non tendiamo, piuttosto, a essere sospinti da una corrente comune che ci serpeggia dentro, tanto piu' prepotente quanto meno ne siamo consapevoli?
Proprio il mese di agosto, da molti anni, mi si impone con quella che a me sembra la sua piu' peculiare caratteristica: l'esasperazione dei contrasti.
La folla che si bagna allegra in mare e la persona sola, dall'aspetto triste, che passeggia nella citta' deserta. La spensieratezza dei giochi collettivi su un prato montano e lo scoppio di disperazione verso gli altri o se stessi, in un bar o giu' da un viadotto.
Passando anche per l'abbandono di cio' che intralcia sulla via della vacanza: umani (specialmente vecchi) o animali che siano.
Mi chiedo: che senso ha tutto cio'? Giacche', al di la' dello stereotipo che vuole tutti, ma proprio tutti in vacanza, al punto da chiamare chi resta a casa "i forzati della citta'", anche coloro che stanno bene da soli e sanno godersi il vuoto delle strade e delle piazze, una certa inquietudine, in questo periodo, a volte l'avvertono.
In tal caso, i contrasti che emergono d'agosto sono reali o solo apparenti? La vacanza consumata per pochi giorni -o poche ore- quasi sempre in un bagno di folla, forse piu' numerosa di quella da cui si e' circondati tutto l'anno, rimanda davvero a qualcosa di diverso dall'essere soli in citta' -non importa se per necessita' o per scelta? O non potrebbe essere, la vacanza, un rituale per esorcizzare l'angoscia della solitudine che si manifesta proprio nel momento in cui ci si libera dalle fatiche consuete? Ecco allora che la folla, il collettivo, sarebbe la condizione indispensabile per celebrare questo rito. E la "smania della villeggiatura" un suo strumento.
Ma, se le cose stessero cosi', di che cosa saremmo padroni e signori? Che liberta' avremmo, se a condurre la nostra vita fosse la paura e l'ansia di sfuggirle?

Anche la storia, mi sembra, ci puo' dare un contributo a questa riflessione. Qui potremmo scoprire un interessante filo rosso che ha continuato a svolgersi in duemila e piu' anni.
FERRAGOSTO -credo che tutti lo sappiano- e' una contrazione di "FERIAE AUGUSTI", la festa che l'imperatore Augusto, circa duemila anni fa, istitui' in suo proprio onore, dando significato nuovo a una celebrazione molto piu' antica che prendeva il nome da una divinita' protettrice dell'agricoltura, il dio CONSO. Per gli antichi Romani, leggo sul "Grande dizionario enciclopedico" della UTET (vol. VIII, voce: "Ferragosto"), queste feste "ebbero sempre carattere proprio di tutte le feste di rinnovamento agrario, esprimendo l'elemento carnevalesco propiziatorio in forme varie di festosita' frenetica e collettiva e orge alimentari e sessuali che permangono tuttora ....".

Ci stupisce il pensiero di essere sostanzialmente simili, se non proprio uguali, in questo bisogno di "vacanza", agli antichi abitatori di questa penisola? E che i nostri modi di esprimerlo non siano poi cosi' diversi -a parte le tecnologie- da allora?
Puo' avere un significato concreto per la nostra vita soffermarci su questo argomento?
Se prendiamo atto che, tutto sommato, a duemila anni o a duemila chilometri di distanza, gli altri umani sono cosi' consustanziali a noi, e noi a loro, questo puo' cambiare in qualcosa il nostro atteggiamento verso i cosiddetti "altri"?
E: che cosa puo' significare, allora, essere un INDIVIDUO? Che cosa: essere padrone di se'?
E signori e padroni del mondo? Saremo davvero al di sopra e svincolati dalla natura, o non piuttosto, come le scienze sempre piu' ci indicano, una parte integrante di essa? E allora, per vivere bene, dovremmo imparare a conoscere il nostro posto nell'economia del tutto e a rispettare le relazioni che al tutto ci collegano.
Dedicarci a domande del genere nel bel mezzo della vita quotidiana non potrebbe esserci utile? E sarebbe una perenne vacanza, dato che un altro significato del verbo "vacare" e' proprio quello di "DEDICARSI A".
E quindi, in tutti i sensi, BUONA VACANZA!
 
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«èlis»
view post Posted on 15/8/2010, 16:56     +1   -1




waw mi sono sempre chiesta da dove venisse fuori questo nome xD
 
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MiSsBlackWhitE
view post Posted on 15/8/2010, 17:28     +1   -1




non mi suona nuova sta storia, credo di averla studiata a scuola
 
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*fLo_
view post Posted on 15/8/2010, 18:25     +1   -1




Ovvio, i Romani sono ovunque xD
 
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.:._Silver_.:.
view post Posted on 17/8/2010, 14:17     +1   -1




si e anche gli Juventini , ekkimeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee

:.juve.:

 
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4 replies since 15/8/2010, 14:28   27 views
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