I supporter bianconeri lo contestano per i cambi: «Non me ne importa. Mi spiace per chi gufa, ma la squadra adesso l’alleno io. Contro il Cesena abbiamo disputato una buona partita»
CESENA, 13 marzo - Il sospiro di sollievo si è spezzato in gola a Gigi Del Neri: stava già assaporando il ritorno alla vittoria, ha dovuto accontentarsi di un misero pareggio, che non cambia le carte in tavola. E neppure il suo futuro. La sua immagine nei minuti finali del match vale più di mille parole: seduto in panchina, l’aria sconsolata, senza neanche la forza di urlare. Ci pensano Matri, Del Piero e Pepe, al suo fianco, a incitare i compagni in campo. Loro ci credono ancora, il tecnico sembra aver ammainato la bandiera. Eppure ha vissuto con orgoglio il momento di crisi bianconero, ha gestito pressioni e tensioni, non ha mai peccato di spavalderia e anche l’altro ieri, alla vigilia della sfida spartiacque contro il Cesena dopo tre sconfitte consecutive, piuttosto che difendersi è passato al contrattacco lanciando la provocazione di dieci finali tutte da vincere. Non ha centrato la prima, e chissà se basteranno le successive per raggiungere la Champions. A dispetto di tutto, Del Neri è ancora fiducioso. «La squadra ha giocato una buona partita pur restando per un’ora in dieci. Abbiamo creato diverse occasioni, rischiato qualcosa, ma non abbiamo avuto fortuna: se fosse entrato quel colpo di testa di Iaquinta al 90’ saremmo qui a parlare del 3-2. La vittoria ci poteva stare, non avremmo rubato nulla e ai ragazzi non posso dire niente, hanno lottato in campo. Sicuramente c’è stata più attenzione, quella che non abbiamo avuto contro Lecce e Bologna».
QUALITA’ DEL PIERO - Il trend è cambiato perché finalmente Del Neri si è affidato alla qualità di Alessandro Del Piero, rispolverato dopo averlo tenuto per troppo tempo in panchina, e di Alberto Aquilani, rientrato dall’infortunio, oltre alla verve realizzativa di Alessandro Matri, che aveva bisogno di un assistman per tornare al gol. Proprio il suo doppio vantaggio, con il tocco decisivo del capitano, conferma gli errori del tecnico nella scelta degli uomini e nelle troppe esclusioni di Del Piero. «Ma non esiste un caso. Lui sa la stima che nutro per lui, si fanno tante chiacchiere in tv e sui giornali, ma non c’è un problema Del Piero». La curva però non ha gradito la sua sostituzione e ha manifestato il malcontento con i fischi. «L’allenatore è uno, Del Piero aveva giocato 70 minuti in maniera intensa. Sappiamo noi come vanno le cose...» osserva in maniera sibillina il tecnico. E insiste: «I fischi fanno parte del gioco, applaudiranno più avanti». La coppia Matri-Del Piero sembra in questo momento la migliore assortita. «E’ vero, nonostante i suoi anni non si discute la qualità di Del Piero. Come Aquilani, Traoré e Motta. Ho cambiato 4 su 11 e su questa squadra si può lavorare anche se contro il Brescia perderò Motta squalificato.
VATTENE - Con un punto che movimenta comunque la classifica bianconeri, Del Neri non avrà vita facile neppure questa settimana. «Se mi dà fastidio leggere di ex juventini candidati alla mia panchina? Mi fa piacere, purtroppo per loro la alleno io. Non è ancora tempo ». Già, dovrà guardarsi le spalle perché, se la squadra si è compattata intorno a lui nel bene e nel male, i tifosi non gli perdonano di aver trascinato la Juventus negli inferi e fuori dalla zona Champions. Dallo stadio Manuzzi, dove la Vecchia Signora attira sempre il pienone, si alza l’urlo del popolo bianconero «Del Neri vattene ». La singolarità sta nel fatto che la contestazione arriva quando la Juventus sta ancora vincendo, figuratevi dopo il 2-2 di Parolo. Ma lui alza le spalle: «Dei tifosi non me ne frega niente». Del Piero invece se ne frega: «Al di là degli insutli a Del Neri o ai giocatori, io capisco l’amarezza dei nostri tifosi. D’accordo sulla sostituzione? C’è massima disponibilità, il mister ha totale libertà».