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Delneri, una vittoria per il futuro

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ale10forever
view post Posted on 4/4/2011, 11:59     +1   -1






TORINO - La vittoria di Roma ha inquinato le certezze sul futuro della Juventus, ha ingarbugliato un destino che sembrava ormai orientato alla rassegnazione. È probabilmente troppo tardi per dare una lucidata alle ambizioni (oggi come oggi, nessun tipo di Europa è garantita), ma non è troppo tardi perché Delneri possa ancora ambire a una conferma sulla panchina bianconera. "Con questa vittoria non ho guadagnato crediti. Ma sottolineo che non ho neanche dei debiti". Delneri, questo lo si è capito da un pezzo, non si sente in colpa per la stagione della Juventus. A suo giudizio, il settimo posto deriva dall'incrocio di due fattori: la difficoltà di ricostruire una squadra dalle fondamenta e con giocatori poco abituati al calcio di élite (nella formazione titolare di ieri, soltanto tre giocatori su undici erano alla Juve già lo scorso anno anno e uno solo, Marchisio, vanta una militanza pluriennale) e la pesante incidenza degli infortuni. "Con tutta la rosa a disposizione, abbiamo dimostrato di poter battere chiunque". Tuttavia, anche l'allenatore ha le sue responsabilità: non è un caso, per esempio, che le due migliori prestazioni del 2011 (le trasferte di Cagliari e Roma) sia state realizzati con il 4-1-4-1, e non con il dogma del 4-4-2. Ma è vero che il lavoro di Delneri è migliore di quanto dicano le apparenze. C'è una differenza sostanziale con la stagione scorsa: la Juve ha sempre saputo reagire ai momenti di crisi più acuta, a dimostrazione che il tecnico ha tenuto la barra dritta e non ha mai perso il controllo dello spogliatoio, come invece accadde a Ferrara e, in parte, a Zaccheroni. Può essere che la Juve non migliori il piazzamento dell'anno scorso, quando fu settima come lo è ora, ma è molto probabile che superi i 55 punti dell'ultimo campionato. E la serie A 2010/2011 è molto più competitiva della precedente.

Sono considerazioni che non sfuggono ad Agnelli e Marotta, i quali non hanno mai preso seriamente in considerazione l'idea di esonerare Delneri a campionato in corso e nemmeno hanno perso la speranza di affidare a lui anche la squadra del futuro. Le possibilità che il tecnico friulano rimanga non sono altissime, ma ce ne sono. E sono in crescita. D'altronde, il ragionamento del club è serio e condivisibile: cambiare per cambiare non ha senso, perché molti allenatori (Mazzarri, Conte, Gasperini, lo stesso Mancini) vengono considerati più o meno della stessa pasta di Delneri: tanto vale, quindi, insistere con il tecnico che ha avviato la ricostruzione. In pratica, si cambierebbe soltanto per un allenatore di primissima fascia. Secondo Marotta la soluzione ideale è Spalletti, che però è difficilissimo strappare allo Zenit. Piace molto anche il portoghese Vilas Boas, che sta facendo meraviglie con il Porto ma che, come il suo maestro Mourinho, vuole provare a vincere la Champions League in Portogallo prima di emigrare. L'intenzione è di avere le idee chiare entro la fine di maggio. Nel frattempo, Agnelli e Marotta tifano spassionatamente per Delneri: se mantenesse il trend delle ultime due partite confermarlo sarebbe più semplicee, avrebbe una logica anche agli occhi dell'opinione pubblica, dimostrerebbe coraggio e coerenza. "E' difficile ottenere tutto e subito", spiega Delneri. "Io e questi giocatori non abbiamo alle spalle dieci anni di Juventus. Qui c'è gente che viene dal Bari, dall'Udinese, dal Cagliari: ci vuole un po' prima che si abitui alle pressione di una piazza del genere. Ma se contuiamo a reggere il confronto con le grandi, come stiamo facendo, ci abitueremo a essere la Juve e impareremo a vincere anche con le piccole". Chiede tempo, Delneri: ha ancora sette settimane per conquistarsi un anno intero. (04 aprile 2011) ©Riproduzione riservata .





 
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