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| TORINO, 10 maggio - Stesso stadio. Stesso, tristissimo, film. Fantasmi o sindrome da Olimpico torinese cambia poco. Finisce come due settimane fa, con Agnelli e tutta la dirigenza negli spogliatoi. Squadra a rapporto per l’ennesima volta. E adesso rischiano tutti. Rabbia e frustrazione scatenata in tutti modi. Calci ai frigoriferi e alle panche dello spogliatoio. L’uscita dal terreno di gioco è la sintesi perfetta dello scoramento che si percepisce in casa Juventus. «Ancora una volta, ancora una volta abbiamo buttato via tutti», ripetono arrabbiati i giocatori all’entrata del tunnel. Tra i più arrabbiati c’è Alessandro Del Piero. Ancora una volta aveva spianato la strada alla Juventus, ma ancora una volta non è bastato: «Sono arrabbiato perché abbiamo mandato in fumo l’ultima speranza. C’è rabbia e delusione. Due minuti di follia hanno compromesso tutto. Purtroppo i miei gol non sono bastati. Ancora punti persi con le piccole? Quando vieni rimontato così tante volte a livello emotivo vieni investito da ansia. E’ mancata lucidità. La partita di stasera è l’emblema del nostro campionato: dovevamo fare qualcosa in più con qualcosa di più. Non è colpa dello stadio, abbiamo commessi tanti errori e sono stati bravi gli avversari. Speriamo che le lune storte si esauriscano quest’anno: ne abbiamo combinate abbastanza». Del Neri? «Non sono cose che mi competono. La squadra sta lavorando tanto, ma commettiamo anche tanti errori. Io non ci metto becco».
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