Dopo aver scritto pagine importanti della storia della Juventus, Pavel Nedved ha messo nero su bianco un’altra storia. La sua storia. “La mia vita normale” è il titolo della sua autobiografia che, dal momento dell’uscita nelle librerie, ha avuto un grande successo.
Tanto da meritarsi la platea per eccellenza: il Salone Internazionale del Libro che chiude oggi i battenti a Torino. La “Furia Ceca” ha presentato il volume davanti a una platea di giovanissimi, la maggior parte di loro cresciuti con le prodezze di Pavel negli occhi.
A margine dell’incontro, mediato dal giornalista del Corriere della Sera Roberto Perrone, Nedved ha anche parlato della squadra all’indomani della partita di Parma. «Come tutti i tifosi bianconeri – commenta – in questo momento sono arrabbiato. I risultati sono stati molto deludenti e bisogna lavorare per preparare da subito il futuro».
Da ex atleta, a due anni dal ritiro dal calcio giocato, Nedved non ha perso l’abituale grinta che metteva sempre in campo. E si rivolge così parlando dei bianconeri di oggi: «C’è da mandare una frecciata ai giocatori. Quest’anno è mancata soprattutto la squadra, la giusta mentalità. Ci siamo fatti sentire più sui giornali che sul campo. È mancato un po’ il carattere? No, è mancato proprio. I nuovi arrivati non hanno capito cos’è la Juve e i vecchi l’hanno scordato».
Così come tutta la società, Nedved guarda già al futuro. Un futuro che deve però iniziare tra sette giorni, dopo la partita con il Napoli. Da consigliere d’amministrazione del club, Pavel la pensa così: «Il mercato spetta ad altri. La stagione non è ancora finita e solo dopo l’ultima partita tireremo le somme. Non credo che la squadra abbia voglia di perdere altre tre punti».
