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Marotta: «Juventus sinonimo di vittoria»

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MiSsBlackWhitE
view post Posted on 24/10/2011, 14:45     +1   -1




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Giuseppe Marotta a tutto campo. L’amministratore delegato e direttore generale sport è stato il protagonista della puntata del “231 Show” su Juventus Channel. Oltre 45 minuti trascorsi a parlare del momento bianconero.


Ecco le risposte di Marotta ai vari argomenti. Partendo da un ricordo di Marco Simoncelli.

Il ricordo di Simoncelli: C’è gente innamorata della propria passione. Ho apprezzato Simoncelli attraverso la tv e amicizie comuni, visto che ho vissuto in Romagna. Quindi so come i romagnoli siano amanti della vita. Come sport italiano abbiamo perso una talento importante, anche per il futuro.

La gara con il Genoa: Sapevo che il Genoa ci avrebbe dato fastidio, sul 2-1 ritenevo di potere portare a casa la vittoria. C’è amarezza per il pareggio, che però non è depressione. Siamo ancora in una fase interlocutoria della stagione.

Il lavoro di Conte: Conte è arrivato quest’anno, insieme a tanti nuovi giocatori. Il lavoro del mister è iniziato con logiche tattiche diverse e ci vuole tempo per amalgamare un gruppo nuovo.

Comportamento stadio: vista la vittoria con il Milan magari qualcuno ieri sera ha considerato più facile la gara con il Genoa. Anche per il gol arrivato subito.

Annuncio Presidente su Del Piero: Agnelli ha esortato gli azionisti a ringraziare Del Piero per il suo impegno. All’esterno è stato considerato come la fine della carriera di Alessandro. Lui ha un grande senso di appartenenza, ma la scadenza è comunque fissata per il giugno 2012 e non è cambiata la sostanza. I due si conoscono da anni, si apprezzano e quando si sono incontrati a Vinovo hanno constatato come ci sia stata una strumentalizzazione. Del Piero ha dato grandi emozioni e per lui ci sono solo elogi. L’impiego del giocatore sul campo dipende dal mister, lui deve schierare i migliori e non c’è condizionamento.

L’addio di Del Piero: Alessandro è il giocatore più importante della storia della Juventus e lo sappiamo. Ci sono grandi attestazioni per quello che ha fatto.

Soddisfazione: Antonio Conte ha creato una cultura diversa dal recente passato e c’è soddisfazione per il suo lavoro. Lui deve valorizzare le risorse che ha a disposizione, ma siamo pronti a recuperare eventuali lacune. Il lavoro del tecnico sta dando i frutti sperati.

Il lavoro non si ferma mai: in questi mesi continua l’attività parallela e di scouting, grazie a Paratici e a tutto lo staff. Ci si prepara per trovare nuovi giocatori in entrata e collocazione a quelli in uscita. Ora non si parla di mercato però abbiamo l’obbligo di monitorare. Abbiamo allestito una rosa in base alle indizioni di Conte e degli azionisti. È evidente che gli allenatori vogliono dei giocatori ma bisogna rispettare le linee guida della proprietà. Abbiamo cercato di accontentare al massimo il nostro mister.

Attenzione all’Udinese: il modello Udinese di oggi mi ricorda quello dell’Atalanta di qualche anno fa. In queste squadre non c’è l’assillo dei risultati e della piazza. Con i giovani si fa fatica a vincere in Italia. Giocando con spensieratezza, l’Udinese può stare alla pari con le altre.

Puntare sui giovani: ai giovani teniamo, abbiamo anche investito tanto. Il Settore Giovanile non è solo un fiore all’occhiello ma un elemento che dà vita ai giocatori del futuro.

Nessun caso Krasic: il ragazzo è in una fase involutiva, è stato un ottimo giocatore negli ultimi anni, ha qualità non indifferenti. Le prestazioni di quest’anno però non sono pari. Dobbiamo recuperarlo al massimo. Conte è bravo a valorizzare le risorse e troverà una terapia positiva per recuperarlo.

Vucinic e Vidal: sono due ottimi giocatori. Qualcuno pensava che Conte fosse fondamentalista e invece sa mettere in campo schemi tattici differenti. Sa valutare il parco giocatori che ha a disposizione. Vidal è molto eclettico, ha coperto diversi ruoli nella sua carriera e ha una caratteristica che si sposa con le idee del mister che è la grinta. Vucinic magari si vede poco ma ogni volta che tocca un pallone crea un pericolo. Gli attaccanti moderni fanno un lavoro molto dispendioso, ma sulle sue qualità tecniche non si sono discussioni.

Conte allenatore ideale: Conte ha dalla sua tutte le caratteristiche, senso di appartenenza, conosce la juventinità, cerca sempre la vittoria, ha una grande voglia di fare il suo lavoro e riesce a inculcare la giusta mentalità tattica ai suoi giocatori.

Grande equilibrio in campionato: il campionato è molto equilibrato, specie adesso che anche le provinciali giocano a viso aperto. Per esempio noi abbiamo pareggiato in casa con Bologna e Genoa, o il Milan che oggi si trovava sotto di tre gol con il Lecce.

Scudetto, no tabù: la parola Scudetto fa parte del lessico della Juventus, quindi è sempre un obiettivo da raggiungere. L’obiettivo è di arrivare tra i primi tre, quindi si lotta anche per qualcosa di importante. In ogni partita si va in campo per vincere.

Necessario cambiare: quando siamo arrivati, la squadra era alla fine di un ciclo, si doveva cambiare. L’anno scorso abbiamo preso 14 giocatori, quest’anno 9. Non abbiamo ancora un impianto in cui mettere le classifiche “ciliegine sulla torta”. È impossibile per ora prendere certi tipi di giocatori, ma è un discorso che vale per tutte le squadre italiane.

Chiellini non si discute: Chiellini è un Nazionale, ha spesso trascinato la Juventus. È possibile che in qualche circostanza sia stato in difficoltà ma non è sul banco degli imputati. In ogni caso siamo la terza miglior difesa del campionato dopo Udinese e Siena.

Corsa aperta a tutti: le grandi squadre hanno l’obiettivo di lottare per il titolo, ma nella corsa possono entrare anche delle squadre che sono comprimarie solo sulla carta, tipo l’Udinese.

Con Conte smaltite le scorie. Abbiamo ancora delle scorie dell’anno scorso da smaltire. Ma Conte è riuscito a toglierne tante grazie al suo lavoro. La situazione della partita di ieri è stata episodica, non sarà come l’anno scorso dove fin dall’inizio ci sono stati risultati altalenanti.

Vittoria da subito: la strategia era quella di cercare la vittoria da subito, quindi puntando su giocatori non da aspettare ma già pronti. Il credito è finito, la Juventus è sinonimo di vittoria, facendo spettacolo ma anche concretezza. Essere direttore della Juve mi riempie di orgoglio ma anche di responsabilità, che sono superiori anche a quelle di Milan e Inter. La storia della Juventus si sente e tutti noi, da Agnelli in giù, siamo sempre sotto pressione.
 
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