TORINO - Se tutti, in ambito bianconero e fuori - dall’amministratore delegato Giuseppe Marotta ai giocatori, con buon contorno degli osservatori esterni e degli addetti ai lavori - non perdono occasione per rimarcare quanto sia importante la figura di Antonio Conte nell’eccellente avvio di stagione della Juventus, evidentemente un motivo c’è. Anzi, precisiamo noi, di motivi ce ne sono diversi e concorrono a far sì che si parli a ragion veduta di «la Juventus di Conte»: si va da una mentalità vincente che sembra ritrovata e trasmessa ad un modus operandi (in termini di disciplina tattica e cultura del lavoro) che sta fruttando successi e sta facendo rifiorire l’ottimismo. La Juventus è prima e imbattuta, ha sconfitto il Milan campione d’Italia allo Stadium e ha affossato le speranze di rinascita dell’Inter a San Siro.
COLONNE - Colonne e colonnini, la Juve di Antonio Conte sa dove appoggiarsi per continuare a crescere, per restare in alto, per non soffrire di vertigini. Colonne e colonnini, con Vucinic oramai imprescindibile anche per la duttilità, certezze assolute, garanzie di impegno e costanza, di prestazione e personalità, di equilibrio e positività, recuperando anche defaillances personali. Quelli della difesa (Barzagli e Lichtsteiner), solida, consolidata, con lo spostamento del “Chiello” a sinistra dopo i passaggi a vuoto al centro. E poi attenti a quei due (del centrocampo) che dovevano essere incompatibili e che adesso sono inseparabili. Pirlo il mandante, Marchisio l’esecutore: il delitto perfetto (degli avversari) è servito. Ma è chiaro che al di là dei numeri, la base contiana si è allargata con Vidal, da tempo punto fermo dell’undici iniziale, agente complementare per scardinare l’unità altrui, con il Pepe stimolato dal bastone chiodato, con Vucinic capace di reinterpretare la parte. Così la Juve impone ritmo, fa scattare la forsennata caccia al pallone, da recuperare, da rigiocare. Tutti per uno, uno per tutti. Allora sì i conti tornano. E le colonne sorreggono.
